Eccomi qua, Gianca’, stavolta non ho fatto tardi.
– Stavo in pensiero… Dimentichi sempre che qui non abbiamo contezza dei fatti del lato vostro. Tardi per che cosa?
Dalla parte nostra oggi è il giorno del tuo compleanno
– E ricordami quanti dei vostri anni avrei, oggi?
55
– Quanto tempo è passato dal nostro ultimo incontro?
Un anno. Dopodomani sarà anche l’anniversario della tua…
– Morte, la puoi pronunciare questa parola. Qui si dice «passaggio».
Oggi all’ingresso del Mattino sono venuti alcuni studenti per festeggiarti, con torta, spumante e pure una pizza che porta il tuo nome.
– Il Mattino, il giornale… Dicevi che sono finito su una pizza? Beh i miei progetti erano un po’ diversi. E dimmi, chi c’era? Mica c’era anche Paolo?
Certo che Paolo c’era. Paolo c’è sempre quando si tratta di te: un garante e una sentinella, nel caso qualcuno la facesse fuori dal vaso.
– Poverino, lui non ama queste cose. A lui i riflettori non sono mai piaciuti. Ma perché c’è pericolo di quello che hai detto?
Ogni tanto qualcuno si veglia di buon mattino e s’inventa una pista alternativa per la tua morte.
– Lasciateli perdere. So bene io com’è andata la faccenda, e non ti ho mai detto che c’era qualcosa di sbagliato.
Ecco, appunto.
– Mi stai mostrando alcune immagini: quanti giovani…
Sì, Gianca’, sono fotografie. Quei giovani sono studenti che aderiscono alla «Associazione studenti napoletani contro la camorra»; alcuni gruppi sono anche intitolati alla tua memoria.
– È una cosa molto bella… Ma non sarà un po’ pericolosa?
Perché tu ai pericoli ci pensavi?
– Credo di no.
Ecco, appunto: e sappiamo com’è andata. Lo ricordi?
– Certo che lo ricordo, tutto momento per momento: sono morto per mano umana, non è stata una cosa naturale. Mica dici che deve accadere anche a questi ragazzi?
Noooo! Spero proprio di no. Anzi credo che adesso qui a Napoli non si corrano proprio gli stessi pericoli dei tuoi… dei nostri tempi
– Avete sconfitto la camorra?
Certo che no! ma è stata recintata, per dirla meglio un po’ «isolata».
– Nella fotografia vedo anche alcune persone più adulte.
Sì: quello con i capelli bianchi è Paolo.
– Ah ah , con tutti i capelli bianchi: è anziano, allora…
Non esagerare. Intanto dall’ultima volta che lo hai visto sono passati 29 anni…
– Maurizio, ancora mi parli del vostro tempo. È un concetto che non posseggo più. Per me 29 anni come 290 sono la stessa cosa. Qui il tempo si chiama eternità.
Ecco, sei stato capace di darmi sgomento anche da quel lato.
– È bene che tu capisca una cosa: da questa parte si perde ogni forma di legame con il lato tuo. Capita solo che talora si entra in comunicazione con voi, come accade a te. Continua con le foto. Paolo che sta facendo con quella scatoletta nera in mano?
Quello è un telefonino. Quando stavi dal lato mio non esistevano ancora: puoi metterti in comunicazione con il mondo intero, senza usare l’apparecchio con i fili. E può fare anche queste fotografie.
– Incredibile: Paolo che fa queste cose.
Allora hai dei ricordi
– Talora, ma molto sfumati. Ma sai che con Paolo c’era un legame molto robusto, molto interiore: forse sarà per questo… Vedo anche una signora anziana, capelli grigi.
Non la conosco ma credo sia la vedova di Amato Lamberti.
– Non ho alcuna sensazione.
Era un professore universitario, un sociologo con il quale eri in continui rapporti professionali.
– C’è anche uno con una giacchetta blu: chi è?
Ah, quello… è uno che sta sempre in mezzo: un presenzialista. È anche giornalista professionista: ha fatto il praticantato mentre era assessore provinciale.
– E come ha fatto?
Gianca’, lascia perdere… comunque sulla carta era in una redazione televisiva a qualche centinaia di chilometri da Napoli…
– Capito tutto: la solita manfrina.
Ecco, bravissimo: hai inquadrato perfettamente tutto.
– Dimmi chi è quel signore alto con il bicchiere e i capelli brizzolati?
È il direttore del Mattino
– Il mattino… il giornale: lo ricordo. Il direttore, Pasquale Nonno.
No Gianca’, si chiama Alessandro Barbano. Pasquale Nonno era il direttore di quando stavi da questa parte: anche per lui è giunto il momento del passaggio.
– Ah è dal lato mio, ecco perché ho delle sensazioni, come adesso: avverto anche che vi sono presenze molto legate a me.
Di mamma e papà tuoi già parlammo.
– Sì, lo so: sono qui.
Forse sarà il professore?
– No!
Adesso ricorre l’anniversario della tua morte.
– Già. Rivedrò tutti i miei sogni rubati, anche come sarebbero andate le cose. E prima che me lo chiedi ti avverto: non ti posso dire nulla.
Ma non te lo avrei mai chiesto…
– Bugiardo, come se non ti conoscessi. E poi sappi che noi vediamo nei cuori, avvertiamo le sensazioni, vediamo anche dal lato vostro… Una cosa puoi farla…
Dimmi, Gianca’.
– Fai sapere a tutti che sono felice di sentirvi così vicini a me, per ogni cosa che fate o pensate per me.
Lo farò.
– Ne sono sicuro. Adesso vai. Avrai ancora occasioni per incontrarmi… tranquillo, sempre dal tuo lato.
Questo lo so, me lo dicesti già: non sai quando io passerò, né lo voglio sapere.
– Ecco: stavolta sei sincero.
Ciao , Gianca’.
– Ciao, guaglio’.
Dalla pagina Fb di Maurizio Cerino