Inchiesta di LA REPUBBLICA sui soldi comunitari destinati alla formazione di professioni innovative nel settore del turismo: “Antonio ha 62 anni e fa il cameriere d’albergo a Pompei. Svetlana, una signora russa di 57 anni, lavora in un grosso centro turistico di Reggio Calabria. Maria, raggiunti i 60, è stata arruolata in un ristorante nel cuore di Napoli. A 63 anni, Giuseppe ha realizzato il suo sogno: ‘studiare’ da pasticcere in un bar del comune di San Rufo, in provincia di Napoli. (…) Non giovani con una prospettiva di crescita e inserimento lavorativo, ma ex-massaie, disoccupati o pensionati ai quali è stata data una seconda opportunità. La loro è una partita che vale 90 milioni di euro, gestita da Promuovitalia (società pubblica controllata al 100 per cento dall’Enit) e iniziata nel 2005 sotto il cappello del progetto “Sviluppo&Formazione” che prevedeva lo stanziamento di fondi comunitari e dello Stato italiano (ripartiti al 50 per cento) per inserire nel mondo del lavoro le categorie più svantaggiate del Sud. Ma negli anni i propositi sono naufragati, alimentando una fucina di manodopera a basso costo, sfruttata per far girare gli ingranaggi di imprese amiche. (…) Tutta la storia è scritta in un documento riservato (di cui REPUBBLICA è in possesso) che certifica come negli ultimi anni sono stati spesi i soldi dell’Unione europea per circa 10.000 tirocini formativi.
Denari che arrivano a Promuovitalia insieme ai fondi dello Stato italiano e che vengono poi dirottati a beneficio dei tirocinanti, scelti insieme all’azienda che li formerà. Questo solo in teoria. Perché oggi, a fronte dell’errato utilizzo dei fondi, è reale il rischio che l’Unione decertifichi la spesa e che si sfili dalla concessione della sua parte, lasciando allo Stato italiano l’intero peso finanziario dello stanziamento. (…) Lo scontro tra i manager, il buco di bilancio, i tanti casi di sprechi più o meno certificati hanno portato due settimane fa gli uomini della Guardia di Finanza negli uffici di Promuovitalia a largo Chigi per raccogliere carte e documenti utili alle tre inchieste aperte dalla Procura di Roma sulle vicende interne all’azienda. Al centro delle indagini c’è sia il caso degli affitti pazzi che quello più generale dell’utilizzo dei fondi europei nelle regioni del Sud, oltre alla verifica di un potenziale buco di bilancio da 11 milioni di euro. (…) Tutto questo ha contribuito ad alimentare le faide interne che da anni minano i rapporti tra ministero, Enit e Promuovitalia. L’attuale liquidatore di Promuovitalia, il commercialista Antonio Venturini, deve infatti far luce sull’ultima gestione dell’azienda, quella che ha visto come protagonisti l’ex-presidente Costanzo Iannotti Pecci, presidente di Federterme e nominato in quota Confindustria, e il suo vice Massimo Ostilio, già portavoce di Clemente Mastella e assessore al Turismo della Regione Puglia (…)”.