“Colpisce che un avvocato venga giudicato responsabile delle minacce con l’aggravante mafiosa, come se fosse stato uno strumento del clan. Penso alla battaglia fatta in questi anni sulla possibilità di credere che le parole facciano paura”. In una intervista a La Stampa Roberto Saviano commenta così la condanna dell’avvocato Michele Santonastaso e l’assoluzione del boss Francesco Bidognetti e del pentito Antonio Iovine. Una sentenza che soddisfa “a metà” lo scrittore minacciato dalla camorra e che ora spera che questa segni “un nuovo inizio”.
‘È una sentenza storica che cambia per sempre la storia delle mafie – spiega Saviano -. La sentenza fissa questa immagine: un avvocato viene utilizzato per fare una minaccia mafiosa e svela l’utilizzo di un’istituzione processuale, l’istanza di remissione, per minacciare’. I giudici riconoscono l’aggravante mafiosa. È molto importante, questo. Ma l’avvocato Santonastaso per quale motivo, per quale ragione ha fatto queste minacce se non per conto dei capi dei Casalesi, di Francesco Bidognetti e Antonio Iovine? E invece i mandanti sono stati assolti e gli esecutori sono stati condannati’.
“Sono sempre stato un raccontatore del loro potere economico. Li ho definiti ‘guappi di cartone’ perché si sono nascosti dietro il loro avvocato. Non si sono voluti assumere delle responsabilità, hanno prima (secondo la ricostruzione della Dda) fatto la minaccia e poi, una volta partita l’indignazione e il processo, hanno cercato di far passare la cosa come iniziativa dell’avvocato’. È una vergogna che si possa solo pensare che esiste un avvocato di camorra che agisce senza chiedere indicazioni ai propri clienti. Ma dove si è visto che un avvocato non concordi la sua strategia difensiva con l’imputato o, se lo rappresenta, con la parte offesa? Se questo è possibile allora vuol dire che la camorra non esiste”.