di Laura Bercioux
A Palermo gli studenti sono in rivolta. Città paralizzata per le centinaia di studenti in un corteo immenso che hanno paralizzato la città ritrovandosi tutti in Piazza Castelnuovo. La protesta degli studenti è per le scelte fatte dalla politica che impoverisce e precarizza la società e il loro dissenso è rivolto alla riforma scolastica della “buona scuola”. Alcuni studenti hanno lanciato uova alla sede della Unicredit, acceso fumogeni. Con loro sono scesi per le strade i Coba in vista dello sciopero nazionale indetto dai sindacati di base contro le politiche del governo Renzi.
Al corteo, partito da piazza Castelnuovo e diretto a piazza Indipendenza, dove si trova la sede della Presidenza della Regione, hanno partecipato circa 2 mila persone, non si registrano scontri con le forze dell’ordine. Gli ultimi giorni sono dettati dalla nuova legge di stabilità del Governo Renzi che promette il rilancio dell’occupazione e la risollevazione di famiglie e imprese dall’altro un taglio drastico della pressione fiscale. E’ vero che non annuncia nuove tasse, la riduzione attuale Renzi la definisce “la più grande riduzione mai fatta da un governo in un anno”, le categorie sociali da sempre più svantaggiate lamentano la negazione di diritti, la privatizzazione dei servizi, il taglio della spesa sociale e in generale dunque alcun sostanziale cambiamento di rotta rispetto ai precedenti governi.
Ma cosa dicono gli studenti? “Il jobs act e il lavoro precario, il decreto Lupi, la riforma Giannini e le sempre più ingenti spese cui devon incorrere gli studenti e le loro famiglie, rappresentano diverse facce di un disegno complessivo di precarizzazione del lavoro e di impoverimento della società. Nello specifico noi studenti oggi invaderemo le strade e paralizzeremo la città per dimostrare che non ci facciamo ingannare così facilmente dai giochi della casta politica , i volti cambiano ma le mire allo smantellamento della scuola pubblica rimangono. In questi anni abbiamo subìto aumenti di tasse e spese scolastiche sempre più esose, per non parlare poi anche del caro-trasporti, il peggioramento delle condizioni di vita e di studio in strutture fatiscenti alcune delle quali abbiamo visto crollare, abbiamo vissuto l’irrigidimento dei rapporti con docenti sempre più prepotenti grazie al ricatto del voto in condotta e la repressione nei confronti di chi fra noi si oppone apertamente a questo stato di cose.
A ciò si aggiungerebbe adesso ciò che il governo definisce “avviamento al lavoro” , ma questo apprendistato obbligatorio altro non è per, gli studenti “sfruttamento gratuito”. Non parliamo poi dell’annunciata cancellazione degli organi collegiali “che non avranno più nessun peso decisionale lasciando che indirizzi, obiettivi e valutazioni vengano posti nelle mani di dirigenti e privati il cui unico interesse sarà conseguire profitto economico”. Anche in questa riforma, targata Renzi-Giannini, infatti si parla dell’ingresso dei privati nei Consigli d’Istituto delle scuole pertanto gli istituti dovranno attrarre investimenti privati per potersi mantenere in vita svendendo al miglior offerente la formazione e quindi il nostro futuro.
Insomma, si parla di tutto tranne che di investimenti sulla didattica e sull’edilizia scolastica”. Il clima si riscalda in attesa del grande sciopero generale di dicembre.