E’ in corso una vasta operazione condotta dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Caserta e del Gico della Guardia di finanza di Firenze nei confronti di affiliati al clan dei casalesi. Contestualmente agli arresti si sta operando un sequestro preventivo di quote societarie e beni immobili per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Lo comunica una nota del Comando provinciale dei carabinieri di Caserta.
La Direzione distrettuale antimafia della procura di Napoli informa, inoltre, che sono sei le persone arrestate dietro ordinanza emessa dal Gip del capoluogo campano a seguito di indagini che hanno svelato l’esistenza di infiltrazioni del clan dei casalesi nel tessuto economico della regione Toscana e, in particolare, della provincia di Arezzo dove sono stati sequestrati cinque immobili e le quote di sette societa’ operanti nel settore edile, anche titolari di appalti pubblici. Nell’arco di due anni gli inquirenti hanno ricostruito ”una condotta estorsiva attuata da un imprenditore del frusinate che, avvalendosi della forza intimidatrice di alcuni personaggi affiliati al clan dei casalesi, fazione Bidognetti, poneva in essere una serie di azioni tese a recuperare ingenti debiti non onorati da parte di aclune societa’, originarie dell’agro aversano e attive in territorio laziale, che gli avevano subappaltato considerevoli lavori di natura edile, tutti realizzati nel medesimo territorio”, ricostruisce la Dda di Napoli nella nota.
E’ stata anche riscontrata l’introduzione in Italia di un ingente numero false banconote Usa per il valore di 5mila dollari, spacciate attraverso la mediazione di una banca di Caserta risultata estranea ai fatti. Ancora, gli inquirenti hanno svelato la condotta di un imprenditore, gia’ condannato per camorra e originario di Villa Literno (Ce), ma residente ad Arezzo, ”finalizzata all’attribuzione fittizia di societa’ operanti nel settore dell’edilizia a suoi dipendenti, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale e sfuggire al sequestro e alla confisca”, si legge ancora nel comunicato. Le societa’, operanti inzialmente a Villa Literno e poi trasferite ad Arezzo, emettavano inoltre fatture false al fine di ottenere l’ingiusta restituzione dell’Iva ai danni dello stato. I sei arrestati sono ”gravemente indiziati”, a vario titolo, dei reati di trasferimento fittizio di titolarita’ di denaro o altro bene e di estorsione.