La rete è sicuramente entrata a far parte del nostro modo di approcciarci agli altri. I social come Facebook, hanno stabilito una nuova connessione tra le persone: una grande piazza dove si incrociano pensieri, parole, proteste, appelli, foto, pezzi di vita e perché no? Anche l’amore. E’ come se si fosse creato un “modo” nuovo di fare amicizia, di rapportarsi e anche di innamorarsi. Le storie d’amore sui social sono in cospicuo aumento e pare che questa “connessione”, seppure virtuale, riesca a calamitare le persone tra loro e metterle insieme come se si fossero incontrati al bar o in discoteca.
Qualcuno sostiene invece che Facebook è un mondo assurdo e pieno di ipocrisie dove tutti mostrano solo il meglio di se stessi e operano continuamente “atti di vanità” con foto da star e bocche da selfie infuocati. Se la gente oggi corre molto, sembra fermarsi ben volentieri davanti a uno schermo o in una chat e confessarsi al suo interlocutore come forse non farebbe mai “guardandolo negli occhi”.
Ve li ricordate i famosi viaggi in treno dove incontri un tipo e ti racconti tutta una vita? O ti innamori come Meryl Streep e De Niro? Se questa è la nuova tendenza della generazione 2.0 il suo parallelo è costituito da chi invece ha bisogno ancora di umanità e come scrive Yari Gugliucci nel suo libro “Billy Sacramento” la cura alla sua ansia è il bisogno della gente.
Billy Sacramento, è un attore italiano che vive tra Los Angeles e Londra,che nella sua prima “pelle” è all’affannosa ricerca di una donna ideale, di un lavoro sicuro, ragazze “Fuck Totum”, la morte di Facebook, una città fantasma come “Los Alien”, un barbiere come angelo custode e tanto tempo per riflettere. Questo è il mondo di Billy Sacramento che nel secondo libro decide di curarsi dai social ed opera un drastico cambiamento nella sua vita: ha bisogno dell’umanità e sceglie di andare tra la gente e di prendere così la sua medicina “rush hour”) “ ….Fu così che scoprì la cura mentre aspettavo una lunga fila di un ufficio postale del centro. Le persone erano esauste, mi spingevano avanti e indietro, borbottavano per l’attesa e la fatica. Io invece ero stranamente appagato, come se avessi raggiunto un orgasmo mentale…..Ecco perché scelsi di vivere a Londra: è la capitale dei trasporti e grazie alla precisione dei suoi servizi mi curava in maniera scientifica”.
Se questo è un mondo di pixel e di connessioni, è pur vero che molte persone oggi sono meno sole, lanciano iniziative, dicono la loro e a volte si innamorano ma resta un po’ di nostalgia di potersi per caso incontrare in una libreria mentre si sceglie un libro
La domanda è: ci si può innamorare su internet o è la nuova solitudine del Terzo Millennio?