Bilanci non credibili, spese non coperte, controlli inesistenti, leggi senza relazioni tecniche: viaggio nel disastro delle Regioni. Qui facciamo solo il punto sulle amministrazioni del Sud. Ma la situazione è, per una volta, la stessa, sia a Nord che a Sud.
Campania – La Corte nega in blocco la parifica. «La Procura Regionale — si legge nella requisitoria del giudice — condivide le osservazioni attinenti alla mera regolarità contabile formulate dalla Sezione di controllo». Poche parole burocratiche ma devastanti, a fronte di un bilancio da 16,8 miliardi con un deficit di 1,7 miliardi. La giunta ha fatto ricorso e per ora ha ottenuto il ritiro del giudizio della Corte dei Conti, ma questa resta un’amministrazione «vicina al default».
Sardegna – La regione Sardegna ha continuato a trasferire risorse alle partecipate, spesso senza che queste abbiamo un regolare contratto di servizio e spesso nonostante siano in perdita. Trasferimento, in quest’ultimo caso, in violazione della legge. C’è pure il caso della Fluorite di Silius (manutenzione e bonifica delle strutture minerarie) finita in liquidazione dal 2009. Bene, nel 2013 la Fluorite ha aumentato la propria spesa per il personale passando da poco più di tre milioni a 3,7 milioni. Si può? Certo che no. E la legge stabilisce che spetti proprio all’amministrazione regionale controllante il compito di contenere le voci della spesa corrente.
Sicilia – Solo la metà delle leggi presentate dalla giunta sono accompagnate dalla relazione tecnica. «Ciò — scrivono i giudici contabili — non consente l’emersione di oneri che potrebbero rimanere occulti ». D’altra parte siamo nella regione in cui ci sono ancora pensionati con l’assegno calcolato sull’ultima retribuzione tanto che dal 2009 al 2013 la spesa previdenziale è cresciuta dell’8%. L’89% delle risorse va a spesa corrente il che pone «a serio rischio, per il futuro, il mantenimento dei necessari equilibri di bilancio», scrive la Corte.
Calabria – Qui i debiti fuori bilancio sono diventati la norma, non l’eccezione. Nell’esercizio del 2013 sono stati riconosciuti oltre 2,3 milioni di debiti senza copertura ai quali aggiungere 24,5 milioni di debiti «da riconoscere » già pagati a seguito di pignoramenti senza però copertura. In totale quasi 27 milioni di debiti scoperti. «L’esistenza di debiti senza copertura finanziaria condiziona pesantemente gli equilibri finanziari della Regione, in piena continuità ed assonanza con la deleteria prassi di procedere al riconoscimento di debiti fuori bilancio per somme sempre più ingenti». Ma quando si arriva a pagina 55 del Giudizio sulla Calabria si rischia di rimanere allibiti: «La Regione non solo non è dotata di strumenti e sistemi atti a garantire in termini di cassa il rispetto dei vincoli tra entrate e spese, ma non è oggettivamente nelle condizioni di conoscere le proprie disponibilità di cassa vincolata dell’anno, né quelle per le quali occorrerebbe provvedere alla ricostituzione. Tale situazione costituisce violazione del principio di trasparenza ed è certamente foriera di una grave situazione di squilibrio della gestione vincolata della cassa regionale».
Fonte: La Repubblica