Guarda ‘con molto interesse ‘ alle riforme annunciate dal premier Renzi. E su Berlusconi dice: ‘La sua debacle? Questo è un paese che sorprende continuamente, in tutti i sensi’.
Antonio D’Amato – intervistato da LA REPUBBLICA -, ex vertice di Confindustria nei tempi d’oro del berlusconismo, oggi come presidente della Federazione dei cavalieri del lavoro, non può che dare il suo placet alla ratifica della lettera con cui Berlusconi si autosospende dall’associazione. Un passo indietro, quello del leader di Fi, che arriva un attimo prima che sia la stessa federazione a sospenderlo, all’esito di un ‘lungo e rigoroso iter previsto dalle norme statutarie’.
Eppure erano stretti sulla stessa barricata, un tempo. D’Amato alla guida di viale dell’Astronomia e Berlusconipremier. Sodali, seppure non siano mai stati amici per la pelle, ai tempi della trincea sull’articolo 18. Dodici anni dopo, tutto sembra dissolto. Presidente D’Amato, Berlusconi ha agito d’anticipo per evitare l’onta di un’espulsione da parte vostra? ‘Non mi piacciono le polemiche. Mi lasci dire che già a ottobre, appena insediatomi come presidente della Federazione dei cavalieri, ho voluto rinnovare lo statuto per rendere le norme applicative più stringenti con i valori fondanti dell’associazione. Non bisognava lasciare spazio a vaghe interpretazioni. Ovviamente abbiamo dato ascolto a tutte le ragioni di Berlusconi, abbiamo valutato anche la sua memoria, e alla fine il consiglio direttivo e il collegio dei probiviri hanno chiuso il lavoro. Siamomolto sereni, sulla sospensione’. Il Cavaliere interdetto dai pubblici uffici, secondo lei, è alla fine del suo impegno pubblico? ‘Mah. L’Italia è paese di sorprendenti exploit come di eterne reiterazioni. Quindi, non coltiverei di queste certezze’.
Siete stati molto vicini ai tempi dei vostri ruoli di leadership. Poi lei è stato sempre più critico. ‘Non sono mai stato vicino ad uno schieramento partitico. Ma nel mio ruolo mi sono trovato ad interagire con più governi, in una fase molto importante e lunga del paese. Ed ho avuto rapporti molto positivi, ma anche molto conflittuali: questo vale con lui e con altri leader’. Non è un mistero che lei abbia rimproverato a questo centrodestra di non aver saputo fare le riforme. ‘Ripeto che sono state perseoccasioni, ma da tanti’. Facile indovinare la fiducia che le ispira il premier Renzi… ‘Ah, sul fatto che Renzi sia il primo premier post-ideologico di questo Paese non c’è dubbio. E alcune sue battaglie mi sembrano perfettamente coerenti con quanto io ho sostenuto’. Immaginiamo: la lotta contro i ‘veti corporativi’. ‘Ecco. Le parti sociali hanno il diritto e il dovere di esprimere la loro opinione, ma in una democrazia parlamentare chi decide è il governo. Su questo Renzi è stato molto chiaro. E questo, almeno, mi sembra positivo. D’altro canto, se non si cambia e non si riforma in fretta il Paese, non è che non avremo futuro per i giovani: come si dice sempre. Non ce ne sarà né per giovani, né per vecchi, né per nessuno’.