Non molla la leadership. Apre, con alcuni paletti, alla coalizione dei moderati. Fa suonare l’allarme sulle difficoltà economiche del partito. Silvio Berlusconi riunisce il comitato di presidenza dopo il flop elettorale e analizza a tutto tondo la situazione di Forza Italia. A cominciare dalla questione della successione. “Resto io a guidare il partito. Non parliamo più dei miei figli, la questione è chiusa”, taglia corto l’ex Cavaliere che ammette di essere rimasto sorpreso in negativo dai risultati del voto: “Visto l’entusiasmo in giro pensavo si potesse superare il 20 per cento”. Diverse le cause dell’insuccesso secondo il leader FI: la campagna elettorale “azzoppata” che ha dovuto condurre per i motivi giudiziari, gli attacchi di Ncd e le vicende Scajola, Dell’Utri ed Expo. Il prossimo passo, avverte Berlusconi, sarà quello di riunire i moderati ma la coalizione “non deve essere con tutti e neppure ad ogni costo”.
Sicuramente ne farà parte la Lega, anche perché domani annuncia il leader FI, “farò con Salvini una conferenza stampa sui referendum” presentati dal Carroccio. Via libera, inoltre, anche alle primarie di coalizione che sono diverse da quelle di partito. Berlusconi lancia poi un appello ai parlamentari per risollevare la situazione finanziaria di Forza Italia: “Siamo con l’acqua alla gola, le casse sono vuote, servono soldi. Bisogna puntare su tesseramento e congressi cittadini”. Nonostante tutto FI non tradirà il patto sulle riforme siglato al Nazareno con il premier Matteo Renzi: “Noi siamo responsabili”, ha chiosato l’ex Cavaliere che ha poi suggerito il nuovo atteggiamento da adottare contro M5S e Beppe Grillo: “Basta provocazioni, ignoriamoli”.
“Sa benissimo – scrive il CORRIERE DELLA SERA – che il suo partito, oggi, è una polveriera. La miccia non l’ha ancora accesa nessuno, ma il malumore in Forza Italia (…) ha messo in allarme l’ex premier. Che, in apertura dell’Ufficio di presidenza convocato per fare il punto sul dopo voto, decide di usare il pugno duro per tacitare i mugugni: ‘Non esiste la successione dei miei figli, non si candideranno, la questione è chiusa. E alla guida del partito resto io e solo io. Non esistono cerchi magici, io sono il leader. Non mi tirerò indietro, andrò in tv spesso. Le primarie si faranno quando sarà il momento, e saranno di coalizione, non di partito’. Un modo che definiscono ‘molto risoluto’ per tentare di spegnere le polemiche e frenare eventuali ambizioni. Ma che stavolta, a differenza di altre, non funziona. Perché Berlusconi, a contrastarlo, trova mister preferenze Raffaele Fitto. Che, nel suo intervento molto applaudito, sprona Berlusconi a fare di più, a ‘dare a tutti noi un futuro’, accettando che si è incassata ‘una sconfitta, senza raccontarci balle’, e portando avanti una ‘rigenerazione’ dei programmi e anche dei metodi. (…)
Parole condivise da un nutrito gruppo di azzurri — da Capezzone a Biancofiore a Romano — tanto che l’ex Cavaliere ha dovuto prendere atto dell’aria pesante che si respirava nella sala, e fare marcia indietro su alcune decisioni a cui teneva. Aveva proposto la nomina di Toti e Cattaneo come ‘reclutatori’ di ‘mille azzurri’ per formare la nuova classe dirigente, ma è stato un fuoco di sbarramento, guidato da Fitto: basta con le scelte imposte, ‘facciamo primarie a tutti i livelli’. E non vengono indetti, per ora, nemmeno i congressi cittadini e provinciali voluti da Verdini anche per risolvere il problema drammatico di ‘casse del partito che abbiamo trovato vuote: siamo con l’acqua alla gola. Ci servono subito 30 milioni’ è stato il grido disperato di Berlusconi, arrivato a una causa con il proprietario di una parte di Palazzo Grazioli per il mancato pagamento del pregresso dell’affitto di alcuni locali (…)”.
Ne scrive più precisamente LA STAMPA: “Prima il divorzio da 30 milioni al mese, poi il mezzo miliardo di risarcimento a De Benedetti, infine (colpo di grazia) la mega-parcella degli avvocati… (…) Ben due cause di sfratto sono state avviate per riavere le stanze dal conte Emo Capodilista. Il quale ha commesso un terribile sbaglio: fidarsi. Concesse anni fa a Forza Italia quei locali senza nemmeno pretendere una fideiussione dal vero utilizzatore finale, l’ex Cavaliere. E il partito, che nel frattempo ha perso il finanziamento pubblico, da novembre 2013 continua a godersi i locali, però dimenticandosi di pagare. (…) È che ‘non abbiamo un soldo bucato’, si giustificano nella sede ‘azzurra’ a San Lorenzo in Lucina, finemente arredata sei mesi fa con divani in pelle della Natuzzi. I fornitori sono in allarme, tra loro c’è chi ha presentato la fattura da tempo immemorabile. Gli stessi dipendenti del partito temono per la busta paga, con Berlusconi che ieri, all’ufficio di presidenza, piangeva miseria: ‘Le casse sono vuote, siamo con l’acqua alla gola’. Il fido Verdini ha fatto due conti, per rimettere le cose a posto starebbero stretti 30 milioni (…)”.