I prezzi del carburante continuano a salire, generando critiche al governo da parte di consumatori e opposizioni, accusato di non intervenire per calmierare il mercato. La Federconsumatori denuncia l’“immobilità” dell’esecutivo e invoca l’intervento di Mr. Prezzi. Secondo la Staffetta quotidiana, la benzina sfiora 1,81 euro al litro in modalità self-service, mentre il gasolio supera 1,71 euro, i massimi da agosto.
Il Partito Democratico, con Francesco Boccia, accusa il governo di permettere “aumenti ingiustificati”. Tuttavia, il ministro Adolfo Urso minimizza al question time della Camera, sottolineando che i prezzi sono ancora inferiori ai picchi del 2023. Urso punta il dito contro 14 distributori su oltre 19mila che praticano prezzi sopra i 2,2 euro al litro e segnala due casi limite sopra i 2,4 euro: Cremona Sud sull’A21 e Giove Ovest sull’A1.
Il flop del cartello dei prezzi e l’impatto dei biocarburanti
L’introduzione del cartello dei prezzi, bloccato dal Consiglio di Stato, non ha portato i risultati sperati. Urso difende l’esecutivo, evidenziando un’inflazione al 1,3%, la più bassa tra i grandi Paesi dell’UE. Tuttavia, emergono critiche anche sui biocarburanti. Boccia evidenzia un “extra-costo legato alla quota obbligatoria di miscelazione” che si riflette sui consumatori. Gianni Murano, presidente di Unem, spiega che questi costi sono parte del percorso verso l’obiettivo del 29% di contenuto energetico bio entro il 2030, aggiungendo 2 cent al litro, oltre all’aumento del prezzo del Brent e al rafforzamento del dollaro, per un totale di 6 cent di rincaro.
Impatto sui consumatori e attese di riforma
Secondo il Codacons, un pieno di carburante oggi costa oltre 2 euro in più rispetto a fine dicembre, con conseguenze su un’economia in cui l’88% delle merci viaggia su gomma. Massimiliano Dona, dell’Unione Nazionale Consumatori, critica la mancata proroga dello sconto sulle accise di 30,5 cent introdotto dal governo Draghi.
Intanto, si attende una rimodulazione delle accise – con possibili rincari per il diesel – e la riforma della rete distributiva. Nella giornata di ieri, sono ripresi i colloqui tra le associazioni dei benzinai e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per trovare un accordo su chiusure e rapporti contrattuali tra compagnie e gestori.