di LAURA BERCIOUX
A puntare il dito contro la Regione governata da Rosario Crocetta, sono gli ex assessori Armao e Missineo, che hanno svelato alla stampa, un altro danno al mondo del lavoro e dell’indotto turistico per i beni culturali. Parole dure e conti alla mano. Si tratta dei bandi indetti per affidamento dei servizi integrati dei Beni Culturali della Sicilia. Un altro rilancio mancato per la Sicilia che affonda sempre di più nel baratro dell’Isola che non c’è.
Professore Armao, il suo appello e quello di Missineo per la decisione di Crocetta che bloccò i bandi da Lei proposti quando era Assessore: una decisione, quella di Crocetta, che ha avuto delle conseguenze?
“Le gare per la gestione privata dei servizi museali – bandite nel 2010, poi aggiudicate nel 2012 e che Crocetta ha annullato pretestuosamente nel 2013 – avrebbero consentito di rilanciare i beni culturali siciliani attraverso un’offerta di qualità, chiudendo una pagina di gestione abusiva degli incassi dei biglietti, attraverso il coinvolgendo della migliore imprenditoria italiana del settore. Abbiamo anticipato anche lo Stato che ancora cerca di lanciare questi servizi. Adesso i giudici hanno dichiarato l’illegittimità dell’azione del governo regionale Abbiamo calcolato che i posti di lavoro perduti siano oltre 300, tra diretti ed indotto, circa 6 milioni di euro di fatturato nei servizi aggiuntivi vanificati, un flusso per l’erario di circa 5 milioni di euro smarrito per miopia e convenienza politica”.
Assistiamo all’ennesimo atto di una cattiva gestione regionale?
“Due anni di inerzie hanno pregiudicato gli sforzi fatti per garantire la fruizione e la valorizzazione moderna dei beni culturali e che avrebbe portato la Sicilia all’avanguardia con la definizione del più importante affidamento di servizi nei beni culturali in Europa, avviato coi bandi pubblicati nel 2010.
È così anche il ritorno della Dea e degli argenti, senza lo sviluppo coordinato del comprensorio Morgantina-Piazza Armerina, da opportunità è divenuto emblema del fallimento diffuso”.
Come lo commenta?
“L’annullamento ha provocato non solo un gravissimo danno poiché ha impedito che i siti fossero affidati a chi gestisce il Colosseo o gli Uffizi, ma ha pregiudicato la credibilità della Sicilia. Un’occasione perduta, per siti, visitatori, erario, investimenti, alla quale occorre porre subito rimedio puntando al partenariato pubblico-privato per il rilancio del patrimonio artistico dei siciliani. L’obiettivo spregiudicato di certa politica di collocare nei siti precari ed avventizi è così fallito, ma ha innescato contenziosi e pesanti risarcimenti e fatto perdere tempo prezioso. Rivolgiamo un appello al Prof. Purpura, assessore ai BBCC ed all’identità siciliana, affinché provveda alla revoca dell’annullamento delle aggiudicazioni e proceda così ad affidare alle imprese vincitrici i siti fornendo ai visitatori un servizio di standard europeo sin dalla prossima stagione estiva. Si è perso già troppo tempo”.