Reddito di cittadinanza, ecco una lettera di Antonio Bassolino inviata al Corriere del Mezzogiorno
Caro Direttore,
nel Forum del Corriere del Mezzogiorno con Luigi De Maio e Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle si è discusso anche del reddito di cittadinanza. È un tema di notevole rilievo ed è certamente un fatto positivo che venga sollevato dal M5S con grande forza, a livello nazionale in primo luogo ed anche su scala regionale. È un tema declinabile in diversi modi, e può essere collegato alla ricerca del lavoro, oppure essere visto come sostegno di una vita dignitosa.
La Campania è stata la prima regione a darsi una legge regionale sul reddito di cittadinanza. L’esperienza si è poi da tempo conclusa ma penso sia utile, nel discutere oggi di una legge nazionale e regionale, tenere conto della esperienza campana e poi di altre successive esperienze regionali. Nella nostra ispirazione la legge era uno strumento di lotta alla povertà. Era dunque rivolta a famiglie in condizioni di grave disagio sociale (reddito annuo al di sotto dei 5.000€). Le misure previste riguardavano una erogazione monetaria, un sostegno al reddito di 350€ mensile e altri interventi (facilitazioni per il trasporto pubblico, scuola) per favorire l’accesso alla cittadinanza. Altre caratteristiche innovative erano l’apertura agli immigrati residenti e alle famiglie di fatto. Sono state 183.000 le famiglie che hanno potuto utilizzare la legge, e potevano essere il doppio se l’intervento fosse stato co-finanziato a livello nazionale, cosa mai avvenuta neppure con i governi di centro-sinistra. Difficile è stato e rimane il tema dei controlli, soprattutto in un Paese come il nostro con un impressionante tasso di evasione e di elusione fiscale. Mi auguro davvero che la discussione nazionale e regionale sul reddito di cittadinanza prenda quota e veda il protagonismo attivo anche del PD e di altre forze politiche.
L’Italia è oggi l’unico grande Paese europeo privo di leggi di lotta alla povertà e per la cittadinanza sociale. In altri Paesi importanti come il nostro esistono invece strumenti efficaci. Si chiamino reddito di cittadinanza (nelle sue varie forme), oppure reddito di inserimento, oppure ancora seria indennità di disoccupazione certo è che noi siamo molto indietro rispetto all’Europa sviluppata e civile. Colmare questo divario è un dovere civile.