bassolinodi SIMONA D’ALBORA

Da ieri Napoli ha di nuovo il suo sindaco, dopo un mese in cui a reggere le sorti della città è stato il vicesindaco Sodano, Luigi De Magistris torna ad occupare a pieno diritto gli uffici di Palazzo San Giacomo, lo ha deciso il Tar che ha rimandato alla Corte Costituzionale gli atti e accolto i dubbi sollevati proprio dal primo cittadino sull’applicazione della retroattività della legge Severino: “Bisogna guardare con rispetto alla sentenza del Tar – dichiara Antonio Bassolino – già prima della sentenza avevo manifestato le mie riserve circa la discutibilità della norma Severino. Adesso sarà la Corte Costituzionale a decidere. De Magistris ritorna in carica e io penso che sia meglio avere in carica un sindaco eletto che un vicesindaco non eletto.”

Adesso cosa succederà?

“ De Magistris andrà avanti ma i problemi della città rimangono. Napoli, infatti, è senza una vera maggioranza e senza una vera opposizione ed ogni volta deve fare ricorso a una maggioranza rabberciata chiedendo il voto di quel consigliere che in quel momento fuoriesce dal suo schieramento. Ma, d’altra parte, assistiamo anche all’assenza di una vera opposizione,  questo è il reale segno della crisi di Napoli e della politica. In democrazia sono indispensabili sia la maggioranza che l’opposizione. “

Di chi è la responsabilità?

“Sicuramente sia di De magistris che è andato via via perdendo pezzi ed è stato ogni volta costretto ad affidarsi ad altri consiglieri all’esterno della sua maggioranza, sia della sinistra, Pd e Sel, e della destra che non sono mai riusciti a fare una vera e propria opposizione, fatta eccezione per qualche singolo consigliere comunale. Il vero nodo è politico, Napoli è la più grande città del sud non può assolutamente permettersi di non avere una vera maggioranza e un’opposizione, così si rischia di rendere debole la politica e l’azione amministrativa poco incisiva.”

 

Dall’ultimo rapporto Svimez emerge uno scenario sociale ed economico allarmante, se non inquietante, per il sud Italia, sia per quanto riguarda il tasso di mortalità più alto rispetto a quello di natalità, sia per quanto riguarda il tasso di desertificazione degli investimenti economici che ha causato dal 2008 al 2013 la perdita di oltre mezzo milione di posti di lavoro, questo acuisce il malessere di chi vuole un partito del sud, come pensa sia possibile ridare slancio al Meridione?

“I dati Svimez sono davvero impressionanti e sono il segno di una grande crisi di tutto il Mezzogiorno; a questa crisi ritengo non si debba rispondere con un partito del sud ma rinnovando davvero i partiti e il loro legame con il Mezzogiorno, che deve essere più profondo. Tale legame deve essere in grado anche di rinnovare le istituzioni e i rapporti che i vari Enti hanno fra di loro, è necessario che Amministrazioni comunali e regionali vadano oltre e smettano di litigare tra di loro, perché questo non aiuta la battaglia del Mezzogiorno, e che trovino tutti i canali possibili per un dialogo costante.”