Il delegato Anci per la questione ci spiega la sua visione che sembra avere lo stesso scopo del nuovo
assessore alle attività produttive: dare dignità ai lavoratori
A pochi giorni dalla scadenza della proroga dei programmi Rmi (Reddito minimo di inserimento) e Tis
(Tirocini di inclusione sociale) abbiamo sentito il Sindaco di Tursi (MT) in qualità di delegato dell’Anci
Basilicata per la soluzione dell’annoso problema legato ai lavoratori inquadrati nei due programmi di
sostegno al reddito. Sono oltre 1800 le persone a rischio in caso di azzeramento del sostegno, pertanto ci è sembrato opportuno chiedere indicazioni a chi è seduto al tavolo della trattativa in modo da chiarire nel
miglior modo possibile quali siano le prospettive sulla soluzione del problema. Di seguito l’intervista che
Salvatore Cosma ci ha gentilmente concesso.
Sindaco, partiamo dalla realtà del suo comune, quanti sono i concittadini inquadrati nel programma Rmi
ed ex Tis e quanto sono importanti per la gestione dei servizi al pubblico…
Nel mio comune sono 33 fra Rmi ed ex Tis, e non sono importanti ma fondamentali perché durante la loro attività svolgono anche servizi di natura essenziale in supporto agli uffici, ma anche per quanto riguarda la pulizia del Comune visto che non ci possiamo permettere una cooperativa che svolga questo compito. Fanno assistenza sugli scuolabus dove siamo obbligati a dare questo servizio e non abbiamo la possibilità di assumere personale. Infine li abbiamo inquadrati anche come ausiliari del traffico per la vigilanza del territorio, non possono fare ovviamente multe ma sono di supporto alla Polizia Locale. Insomma, queste 33 persone sono determinanti per una fluida gestione dell’Ente comunale.
La fotografia che ha fatto di Tursi può essere rappresentativa anche per il resto dei Comuni lucani che
usufruiscono di questi lavoratori?
Credo di sì, in almeno 70/75 Comuni su 131 sono decisamente fondamentali.
Sembra che in extremis sia arrivata una proroga di altri due mesi a partire dalla scadenza 30 giugno
prossimo, è un tirare avanti senza una meta precisa?
La comunicazione è già arrivata, la proroga per gli Rmi è stata decisa fino al 31 agosto mentre per i TIS fino al 31 ottobre, posso dirti che è ufficiale. Certamente non è un tirare a campare, la proroga serve per tenere vivo il tema sul fronte della sua soluzione perché altrimenti tutto finirebbe qui senza possibilità di porvi rimedio. In questo modo la proroga va vista come la volontà di affrontare seriamente e concretamente il problema.
Diciamocelo con franchezza però, nei prossimi due mesi estivi non sarà approntata alcuna soluzione
definitiva al problema. Per lo stesso motivo sarà complicata anche una ulteriore proroga o la platea Rmi
può avere qualche speranza di non trascorrere un autunno nella disperazione?
Credo che a fine agosto saranno trovati ulteriori fondi per prorogare i programmi fino alla fine dell’anno in modo da avere il tempo per assestare gli equilibri della discussione e raggiungere un accordo che sia
definitivo e ottimale per i lavoratori beneficiari.
Una prassi comunque già consolidata in questi anni che però non ha mai portato a nulla.
Vero, ma in questo caso la situazione è differente perché abbiamo messo sul tavolo del Dipartimento una
proposta concreta che negli anni passati non è mai arrivata. Ci siamo confrontati con i lavoratori, i sindaci e i sindacati mettendo a punto delle possibili soluzioni che fino ad un anno fa nessuno cercava fregandosene del problema. Pertanto adesso, quanto meno le parti hanno un base concreta su cui ragionare.
Ecco, cosa abbiamo di concreto in questo caso?
Il raggiungimento dell’obiettivo passa da tre tracce imprescindibili: accompagnare alla pensione chi è
prossimo al raggiungimento dell’età, sostenere chi è inabile al lavoro e stabilizzare il resto nei ranghi degli
Enti comunali o di enti sub regionali.
Entriamo nel dettaglio per chiarire al lettore e agli interessati cosa bolle in pentola…
Nel merito abbiamo per esempio circa 200/300 persone che hanno fra i 62 e 67 anni, queste andranno
accompagnate alla pensione garantendo loro l’attuale sussidio di 550 euro anche perché in ogni caso, sia
che versi contributi sia che non li versi, sempre la pensione minima prenderanno. Per quel che riguarda gli
inabili al lavoro bisogna fare una concertazione per arrivare ad ottenere una pensione a causa della loro
inabilità. Infine c’è la categoria dei giovani lavoratori diplomati, laureati e con la licenza media che possono essere inquadrati rispettivamente in lavori d’ufficio e come operai, per esempio nel Consorzio di Bonifica piuttosto che nell’Acquedotto per dirne alcuni.
Per quel che riguarda la categoria degli abili al lavoro, essendo possibile stabilizzarli nel settore pubblico
si dovrebbe trovare una linea condivisa fra diversi dipartimenti però…
Certamente, c’è la possibilità di inquadrarli come categoria B seguendo lo schema di un emendamento
dell’onorevole calabrese Cannizzaro che per la sua regione ha ottenuto questo tipo di stabilizzazione nei
settori appena esemplificati. E’ inutile prendere in giro le persone, per la categoria C è necessario il
concorso, quindi l’unica via è questa per il settore pubblico. Ed è chiaro che assessorato all’Ambiente,
Attività produttive e Agricoltura si devono parlare, devono trovare una concertazione sulla base delle loro
necessità che, senza alcun dubbio, ci sono. Si devono sedere ad un tavolo per individuare le carenze di
personale che andranno coperte con la platea di questi lavoratori.
In definitiva questo ragionamento del settore pubblico sarebbe l’ideale soluzione, il settore privato, ad
esempio le cooperative, non garantirebbe una concreta stabilità…
Guarda, noi lavoriamo solo ed esclusivamente su questa idea del pubblico, ma non inteso alla Checco
Zalone, qui abbiamo gente che ha davvero voglia di lavorare ed è disposta a sacrificarsi in qualsiasi
mansione a fronte di uno stipendio di almeno 800/900 euro ma con tutte le garanzie che danno dignità al
lavoratore: contributi, malattia, ferie, maternità, permessi e quant’altro. Abbiamo diversi enti sub regionali
e sub statali che lavorano con i Comuni e che possono tranquillamente assumere.
E per le eventuali assunzioni nei Comuni, come funzionerebbe tecnicamente?
Potrebbe incorporarli l’Arlab e successivamente dislocarli nell’Ente comunale che ne fa richiesta in base alle necessità, ad esempio a me ne servirebbero 10/12 sui 33 che ho attualmente, i restanti andrebbero negli enti sub regionali di cui sopra o accompagnati alla pensione o assistiti perché inabili al lavoro.
Ha sentito il nuovo assessore Casino?
Allora, l’assessore Casino ci ha ascoltati, abbiamo avuto un incontro faccia a faccia e ci ha chiesto di
sottoporgli delle proposte, insomma ci ha fatto un’apertura e la direzione che lui vuole intraprendere
sembra essere proprio questa.
Quindi rispetto al suo predecessore Galella ha dato dimostrazione di voler cambiare passo…
Quello di prima era fissato con le cooperative, Michele Casino che viene da precedenti esperienze
amministrative non ci ha quantomeno messo davanti ad un aut aut dicendo o si fa così o niente, insomma
ci ha dato una concreta apertura e proprio a questo serve la proroga che ci ha consesso, per ragionare sulle proposte e risolvere il problema. Michele è una persona seria e sono convinto che si adopererà in maniera determinata sulla questione, ha messo a disposizione la voglia di lavorare alla ricerca di un finale che concretizzi la dignità del lavoro a questa gente, mi ha detto testuali parole: io voglio aiutare queste
persone, ma dobbiamo innanzitutto individuare chi può lavorare e chi no.
Per concludere, in una scala dell’ottimismo da 1 a 10 dove posiziona la felice conclusione di questa
battaglia?
Dico 6, un cauto ottimismo perché la disponibilità da parte dell’Assessore è tangibile ma sarà necessario
trattare con più parti in causa, quindi servirà tempo e dialogo per dare i diritti che queste persone meritano dopo anni di collaborazione con i Comuni durante i quali hanno reso, e stanno rendendo tutt’ora, un servizio fondamentale per la comunità. Meritano dignità lavorativa ed umana, i presupposti ora ci sono. Con Galella avrei detto 3 perché era fissato con le cooperative ed aveva predisposizione solo ai diktat, o si fa come dico io o si molla tutto. Sono fiducioso.
Nick Iuzzolino