l lavoro nelle campagne dall alba al tramonto, senza ferie né giorni di riposo, per meno di due euro all ora. La sua casa era il cassone di un camion e, per bere e lavarsi, usava la stessa acqua degli animali. Sfruttato da mesi da quell uomo, titolare di un azienda del barese, che lui chiamava «padrone». Vittima un cittadino bengalese di 24 anni, senza permesso di soggiorno, che lavorava anche per 14 ore di fila e in assenza delle minime condizioni igieniche e di sicurezza. Mai una visita medica che ne accertasse le condizioni di salute, mai una tregua: il pastore, impiegato in nero come factotum, si occupava della mungitura, del pascolo e della pulizia del gregge, per un compenso di 1,80 euro all ora, in violazione del contratto nazionale che ne prevede almeno 10. Inoltre, da due mesi, non percepiva neppure quel poco. Soldi che gli servivano per mantenere moglie e figli, rimasti nel paese di origine. Senza fissa dimora, a lui il proprietario dell impresa agricola e di allevamento ovini aveva riservato un alloggio fatiscente, un container di alluminio. Per cucinare tra quelle lamiere usava una bombola di gas, mentre per i servizi igienici si serviva di un pozzo, lo stesso utilizzato dagli animali per abbeverarsi.
Prima una serie di appostamenti, poi i controlli e il racconto del giovane: sono stati i carabinieri a scoprire quanto accadeva in quelle campagne di Casamassima. L imprenditore 46enne, pregiudicato per altri reati, è stato arrestato con l accusa di sfruttamento del lavoro e favoreggiamento all immigrazione clandestina.
Fonte: La Stampa