di Michele Eugenio Di Carlo
Marco Esposito scrive un nuovo testo che tratta delle fake news sul Mezzogiorno e invita lo storico medievista Alessandro Barbero a scrivergli la prefazione.
Barbero relativamente ai primi cinque capitoli, quelli relativi ai pregiudizi infondati sul Mezzogiorno frutto di politiche discriminatorie e non eque, si approssima alla prefazione come un semplice lettore dicendo di vivere «queste cose da cittadino qualunque, informato, come quasi tutti, solo a metà e perlopiù poco interessato a saperne di più» e trova il testo di Esposito una «lettura rivelatrice».
Se Barbero dice apertamente che per convincerlo a curare la prefazione c’è voluta l’astuzia di Esposito nel sottolineare che scrivere «una prefazione non equivale a aderire a ciascuna tesi di un saggio» e se Barbero aggiunge che si è avvicinato ai primi cinque capitoli come un qualsiasi cittadino poco interessato, mi viene spontaneo chiedermi perché scegliere Barbero per la prefazione di un testo del genere. Si chiede forse ad una persona di scrivere una prefazione affinché impari qualcosa?
In riferimento agli ultimi 3 capitoli, quelli riguardanti la storia del nostro travagliato processo unitario e la fine del Regno delle Due Sicilie che decine di storici e studiosi locali, definiti impropriamente e anche con intenti offensivi “borbonici”, stanno ricostruendo togliendo il velo oscurante della storiografia agiografica sabauda, Barbero ritiene, pur non essendo un accademico di storia moderna e contemporanea, che si tratti di «scellerate fantasie» messe in circolo «reinventando da cima a fondo la storia del Mezzogiorno borbonico e dell’Unità d’Italia», lasciandosi andare ad un giudizio critico nei riguardi dell’autore Esposito per essere stato troppo rispettoso «verso personaggi come Pino Aprile o Gennaro De Crescenzo». E aggiungendo, con un’espressione non certo gradevole che scade nel personale, che esista una «bella differenza di statura umana» tra i due.
E qui sorge spontanea una seconda domanda a Marco Esposito: c’era proprio bisogno di uno storico medievista per parlare della nostra storia risorgimentale?
E guai a parlare di primati delle Due Sicilie perché a Barbero gli si rode il fegato e gli viene voglia di scrivere un altro testo per fare loro le “bucce”. Per carità! Un altro libro sul Risorgimento proprio no, si limiti al Medioevo.
E che peccato se Marco Esposito non condivide che Terroni di Pino Aprile «non è soltanto una cattiva azione», e ritiene che sia «un intervento importante su cui è difficile dare un giudizio negativo, perché suscita comunque reazioni necessarie e mobilita coscienze che bisognava svegliare», poiché la pazienza di Barbero viene messa a dura prova in quanto «lo storico si dispiace che per far questo si sia dovuto violentare la storia».
Ma quale storia violentata? La storia scritta ad uso e consumo della dinastia dei Savoia?
In definitiva la prefazione di Barbero non la ritengo adatta ad un testo che tratta le cause del divario nord-sud e che parla della storia del nostro processo unitario.
Il consiglio a Barbero è di riscriverla, ma non prima di aver letto e studiato attentamente innanzitutto La storia delle Due Sicilie di Giacinto de’ Sivo (scandalizzato?) e di aver messo scientificamente a confronto questo testo con questi altri testi e documenti che elenco:
- Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall’anno 1814 all’anno 1861 di Nicomede Bianchi;
- Contro la «questione meridionale». Studio sulle origini dello sviluppo capitalistico in Italia di Edmondo Maria Capecelatro e Antonio Carlo;
- Le relazioni diplomatiche tra la Gran Bretagna ed il Regno di Sardegna a cura di Federico Curato;
- Le relazioni diplomatiche fra la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna a cura di Giuseppe Giarrizzo e Federico Curato;
- Le relazioni diplomatiche dell’Austria con il Regno delle Due Sicilie a cura di Ruggero Moscati;
- Le relazioni diplomatiche fra la Francia e il Regno delle Due Sicilie a cura di Armando Saitta e La questione italiana delle annessioni al Regno d’Italia nei rapporti tra la Francia e l’Europa dello stesso autore;
- The Sulphur War: 1840. A confrontation between Great Britain and the Kingdom of the Two Sicilies in the Mediterranean di Dennis Thomson;
- Hansard’s Parlamentary debates, London, Woodfall and Son, 1857, Third Series, CXLIV, coll. 1005-1007 e CLVIII, col. 1394;
- Il Carteggio Cavour – Nigra dal 1858 al 1861, a cura della R. Commissione Editrice, 4 vol;
- Italy: its conditions. Great Britain; its Policy. A Series of Letters addressed to Lord John Russell by an English Liberal, London, James Ridgway, 26 febbraio 1859;
- La liberazione del Mezzogiorno e la formazione del Regno d’Italia. Carteggi di Camillo Cavour, 1949-1954;
- Lettres di S.M. l’Empereur à M. de Persign, notre ambassadeur en angleterre, Durand, Paris 1860;
- Lord Russel papers (Correspondence and memoranda mainly to Italian affairs, 1860), ff. 111-116, ff. 233-234, ff. 261-262.
Lo so, ci vogliono anni. Per uno storico al livello di Barbero molto meno.