I temi del lavoro e dello sviluppo economico sono stati al centro dell’incontro svoltosi nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti tra il sindaco di Catania Enzo Bianco e il segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo alla presenza degli assessori Marco Consoli, Salvo Di Salvo e Giuseppe Girlando, del segretario regionale del sindacato Claudio Barone, di quello territoriale Fortunato Parisi e dei componenti della segreteria provinciale e delle organizzazioni di categoria.
Bianco ha ringraziato Barbagallo, “un vero sindacalista, orgoglioso di esserlo” perché, da siciliano, non ha mai smesso di parlare di Mezzogiorno quando “da molti governi questa parola è stata cancellata dall’agenda politica”.
“Come ho detto ieri – ha aggiunto – durante l’incontro premier Renzi, è proprio il Mezzogiorno il valore aggiunto dell’Italia, l’unica area del nostro Paese in cui sono ipotizzabili tassi di sviluppo simili a quelli di Brasile, Cina, India. Bisogna però avere la lucida consapevolezza di rimuovere le condizioni che ostacolano lo sviluppo del Sud e che sono obiettive: interessi bancari molto più alti, deficit di infrastrutture e maggior costo dei trasporti, criminalità organizzata, pubblica amministrazione ineefficiente. Certo, noi dobbiamo fare la nostra parte, a cominciare dal fatto che non possiamo permetterci che la burocrazia delle regioni meridionali sprechi in maniera indecorosa e inaccettabile finanziamenti europei nel momento in cui non abbiamo i soldi per fare alcun tipo di investimento”.
Barbagallo ha concordato sull’analisi di Bianco, che ha chiesto alla Uil “Sostegno per sbloccare iniziative, dalle opere pubbliche agli investimenti, ferme da troppo tempo, per rilanciare l’economia di questa parte della Sicilia che è la più attiva e operosa”.
“Quando ci sono sindaci – ha detto Barbagallo – che cercano di portare avanti iniziative concrete bisogna sostenerli. In Italia c’è un sacco di lavoro da fare e ci perdiamo sempre in chiacchiere. Negli anni Ottanta, da segretario regionale della Uil, scrissi a tutti gli imprenditori del nord invitandoli a fare impresa in Sicilia, a dare occupazione. Mi risposero che in Sicilia il credito non era vantaggioso, mancavano le infrastrutture, non c’erano amministrazioni pubbliche vicine all’impresa, anzi, la burocrazia era pesante, e c’erano invece problemi di criminalità organizzata. Insomma, le stesse cose citate dal sindaco Bianco. Ma senza impresa non c’è occupazione, senza occupazione non c’è sviluppo. Concordo sul fatto che si debba puntare sul Mezzogiorno per risollevare l’economia di tutto il Paese: è qui che c’è tutto lo spazio per la ripresa. Il nostro Sud dovremmo trasformarlo in un’area asiatica o sudamericana. E per farlo si deve dare fiducia a quelle amministrazioni che spendono bene il denaro”. Negli altri interventi, Barone ha sottolineato come la Uil, a fronte delle tante emergenze occupazionali, sia “accanto a chi ha voglia di fare concretamente qualcosa per la nostra terra” e Parisi ha ribadito che “senza Catania e la Sicilia il Paese non può ripartire perché intelligenze, risorse e potenzialità sono tutte qui.
Barbagallo ha concluso la visita con la firma, nel Salone Bellini, del libro d’onore della città. Ricordando l’amicizia con Bianco ha auspicato che Catania possa “Ritornare a essere motore economico e produttivo, oltre che culturale, della Sicilia”.