“C’è ancora un battito cardiaco ed è un dato positivo che non era scontato. La Campania non è uscita dalla crisi se guardiamo le famiglie, comincia però a dare segnali di miglioramento dal lato delle imprese. Per veder ridotto questo distacco ci vorrà tempo e una maggiore convinzione da parte dell’imprenditore a tornare ad investire e ad assumere”. Ad annunciarlo oggi Giovanni Iuzzolino, analista della Banca d’Italia, a margine della presentazione a Napoli presso la stazione Marittima, dei dati sull’andamento dell’economia della Campania dalla Banca d’Italia nel suo rapporto annuale. “I settori in crescita – ha dichiarato Iuzzolino – riguardano tutto ciò che ha a che fare con la domanda estera, le industrie che esportano per esempio quella parte di servizi che vende all’estero, che ospita turisti e stranieri. I segnali di ripresa però per il 2014 possiamo ricavarli dalle interviste che abbiamo fatto alle imprese e si prevedono miglioramenti anche per la domanda interna. Da un po’ di tempo la Campania è la prima regione italiana per crescita dell’export, il problema è che questo contributo all’economia regionale è storicamente basso. La domanda interna è tale da portare un calo di consumi. Pensate – ha spiegato Iuzzolino – che la quota di famiglie campane che ha dichiarato di avere risorse economiche scarse o totalmente insufficienti ha superato il 60% l’anno scorso. In questa situazione una ripresa di consumi non ce l’aspettiamo”.
Secondo i dati diffusi da Banca d’Italia infatti il 2013 è stato ancora un anno di recessione per la Campania, il sesto consecutivo; secondo le stime di Prometeia il PIL sarebbe diminuito del 2,7% in volume, portando a -13% il calo accumulato dall’avvio della crisi. Nel 2013 l’occupazione è calata di quasi l’1%, nonostante la tenuta del comparto industriale. Il numero di persone occupate si situa ampiamente al di sotto del livello precedente l’avvio della crisi (-8,5 per cento sul 2007; -3,5 per cento in Italia). Il livello di chi cerca lavoro, come nel resto d’Italia, è pari al doppio di quello del 2007. Si è ancora ampliata, superando il 40 per cento del totale, la quota di giovani tra i 15 e i 34 anni non occupati e non coinvolti in alcuna esperienza formativa. “C’è un problema occupazionale – ha affermato Iuzzolino – oltre a 400.000 disoccupati, ci sono altrettante persone che si chiamano ‘forze di lavoro potenziale’, coloro che sono scoraggiati o disponibili a lavorare, ma che non cercano attivamente. Questa situazione ovviamente va a incidere anche sui consumi delle famiglie campane”.
Per quanto riguarda le imprese, le indagini campionarie della Banca d’Italia segnalano, in media, un arresto della caduta del fatturato nel 2013 e previsioni di moderata crescita per il 2014. I segnali di ripresa risultano più diffusi nell’industria, deboli nel comparto dei servizi, assenti in quello edilizio. Nel settore industriale, il fatturato è aumentato soprattutto per le imprese con elevata propensione all’export e gli investimenti hanno mostrato una dinamica migliore rispetto agli anni recenti, seppure limitatamente alle aziende di maggiore dimensione. Nell’edilizia, il calo di attività è stato più netto per le imprese fortemente dipendenti dalla domanda di opere pubbliche. Nel mercato del credito la dinamica dei prestiti è rimasta negativa e si sono acuite le difficoltà di rimborso: alla fine del 2013 oltre un terzo dei prestiti erogati alle piccole imprese campane e circa un quarto di quelli erogati alle medio-grandi imprese erano classificati in sofferenza. Secondo gli intermediari bancari, la domanda di credito finalizzata al finanziamento degli investimenti è ancora diminuita, mentre è cresciuta la componente connessa alle esigenze di ristrutturazione del debito.