“Il ritardo della nomina del commissario era già eccessivo a sei mesi dal decreto per Bagnoli. Ora diventa, insieme, sorprendente e preoccupante – Scrive Giuseppe Galasso in un editoriale sul Corriere del Mezzogiorno di oggi – “Sorprendente perché inatteso da parte di un governo che vanta sempre la sua capacità decisionale; e anche perché non si prendono misure come quelle per Bagnoli senza avere in mente un’idea della persona a cui affidarne
l’esecuzione. Preoccupante perché più volle la nomina è apparsa imminente, e l’uomo già trovato in persona di Raffaele Cantone. Invece. l’imminenza è svanita, e con quello di Cantone hanno cominciato a girare altri nomi”.
Sono, perciò, nate molte voci sulle difficoltà – continua Galasso – per Bagnoli (che. invero, non riguardano Cantone), di cui non si è capito il senso. Poi le complicazioni sono andate ben oltre. Quella di Bagnoli si è
frammischiata a questioni di composizione del governo (eventuale ministero per il Mezzogiorno, accorpato con gli Affari regionali, e ministero vacante delle Infrastrutture, per cui pure si è fatto, fra gli altri, il nome di Cantone).
Ora basta, però, è il caso di dire. Ci si decida per i ministeri di cui si parla: l’autorevolezza del goerno ne sta già soffrendo abbastanza. Si decida, però, subito, in ogni caso, per Bagnoli. Qui, al ritardo del governo, si aggiunge il
contenzioso di competenza col Comune di Napoli, per cui la questione rischia di incancrenirsi in sede giudiziaria. Senza contare che si rischia così di appannare, indebitamente, il nome di Cantone, sballottato fra tante ipotesi
come quello di un jolly tappabuchi”.