esami avvocato concorsi

Di Claudio Panarella

Le Associazioni Forensi si decuplicano ed impazzano su Facebook Twitter e Social . Soprattutto ora che sembrerebbe manchi poco per le nuove elezioni dei Consigli degli Ordini forensi rimesse di nuovo in piedi dalla recente sentenza del Tar. Ma nessuno aiuta i giovani Avvocati a capire veramente che succede che strada prendere e soprattutto se entrano nel “ Tunnel “ avvocatura che prospettive future hanno da un punto di vista non solo professionale ma anche pensionistico.

Corrono felici e contenti discutono di calcio sport tempo libero fanno operazioni di cordate “ para-politiche” parlano di candidati ma non anche di programmi forum seminari relativi il cosidetto manifesto “Salva Avvocati”

I recenti iscritti agli Ordini sanno che hanno diritto a un regime agevolato ? , ma cosa comporta lo sanno ? come viene riconosciuta ( se viene riconosciuta ) l’ anzianità contributiva per ogni anno ? . Per i primi cinque anni, anche in caso di reddito bassissimo o prossimo allo zero, ( che nella realtà è il reddito reale dei primi 10/15 anni di professione) quanto occorrerà versare alla Cassa l’anno pena la cancellazione dall’albo ? e per ogni anno di 12 mesi che versano sanno invece la cassa quanti mesi gli accreditano in riconoscimento ?

I giovani Avvocati stanno vivendo materialmente aiutati con le “pensioni dei genitori e dei nonni “ ma nessuno fa affrontare loro il problema contributi per la pensione loro , che significa parte della loro vita-attività. Se i giovani avvocati  capissero o qualcuno gli avesse spiegato prima di iscriversi all’Ordine o anche prima di iniziare la Pratica Forense presso uno studio legale cosa è veramente e come funziona Il regolamento della Cassa forense, Ente di previdenza, avrebbero capito e si sarebbero probabilmente allontanati per dirigersi altrove , quando si accorgono che è una stangata fortissima è oramai tardi perché non sanno piu’ come tirarsi indietro e forse non vogliono avendo fatto spendere tanti soldi ai propri genitori . Protestano ora perche’ non ce la fanno a pagare il minimo contributivo obbligatorio, pena la cancellazione dall’albo , ma non si chiedono tra 35/40 anni come vivranno senza piu’ chi li aiuterà economicamente ? . Dicono No Alla Cassa Forense Obbligatoria , bene , ma cosa faranno da anziani senza una pensione? Quanti andranno a vivere sotto i ponti ? Tutte le Associazioni Enti Sindacati Movimenti Forensi che siano,  parlano ma non danno mai un aiuto concreto con una proposta alternativa : far lavorare a vuoto tanti giovani senza che si versino un solo contributo di cassa previdenziale che faranno da grandi ? chi li aiuterà ? ma se non ce la fanno come si fa ?

Nessun istituto previdenziale, pubblico o privato, eroga pensioni senza il pagamento dei contributi e la pensione serve per garantire in futuro una vita che veniva definita prima almeno “ dignitosa “ .

Un regime agevolato, prima per 5 anni ( tra contributo soggettivo di base e contributo di maternità ) . Un contributo un po piu’ del minimo poi , fino all’ottavo, ed una volta terminato il periodo agevolato, saranno dovuti alla cassa almeno 3.700.00 euro che significa .

Qui non si tratta di discutere su principi di proporzionalità di reddito previsto dalla costituzione legato alla richiesta di un’imposizione contributiva fondata sul criterio della proporzionalità al reddito prodotto , ma di capire e far capire ai giovani avvocati : “ che farete in un futuro senza una pensione che vi garantisca la sopravvivenza “ Occorre discutere su questo e non sui minimi da non pagare .

Reclamare protestare lamentarsi contro “l’imposizione di versamenti obbligatori d’importi iniqui e vessatori in un momento economico drammatico” è un sacrosanto diritto ma che frena ( se frena ) una uscita che vi porterà a non avere piu’ nulla da anziani . E’ Vero il rischio è per molti dei …mila avvocati che dovranno iscriversi all’ente previdenziale è che non hanno i soldi per farlo , ma la domanda è : perche insistete ad orientarvi verso una Professione che è finita e che non premia il loro sforzo di cultura e merito ma premia solo i benestanti che possono svolgere un lavoro con il famoso reddito da “ Capitale di famiglia “ . Invece di farsi cancellare poi e quindi aver buttato anche soldi prima di iscriversi con tutti i passaggi burocratici che ci sono ( e chi si è iscritto agli Ordini sa che ogni passo si paga ) occorre rifletterci bene . Chi ha un giovane che vuole avviarsi alla professione o chi da solo vuole fare questa scelta faccia prioritariamente delle riunioni non solo di famiglia ma anche con avvocati anziani esperti che possano dire la verità da subito .

Prima un avvocato all’inizio della propria attività incassava pochissimo e solo dopo la chiusura della pratica , ma i genitori investivano in spese di studio beni e servizi connessi affinchè il figlio/a potesse avviarsi e poi speravano in un futuro radioso. Ora che è chiaro che non hanno piu’ un futuro e che dopo 15/20 anni di attività anche nel caso in cui si incassi un acconto, questo non basta a a coprire neanche le spese vive e tasse di uno studio , ma sono i genitori che aiutano fino alle venerande età di 50 anni ed oltre e che L’avviamento di un avvocato che non sia figlio di una famiglia abbiente dura almeno 20/25 anni è questa una scelta che si possa definire saggia e non invece scellerata ?

Alle spese ordinarie ( si studio corrente telefono pulizie ) alle spese di vita ( vitto ed alloggio ) alle tasse … si aggiungono agli altri costi introdotti dalla riforma della legge professionale, come l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile e quella contro gli infortuni ed ancora l’aggiornamento telematico degli studi a pagamento e cosi’ via …

Ora perché avviarsi verso una professione imprenditoriale di se stessi in un mercato saturo di imprenditori dove neanche I minimi da versare per la pensione ci sono e riescono a coprirsi e camminando così farsi tagliare e buttare fuori dopo anni ed anni di spese e stenti della famiglia di origine ? ..

Il reale problema non è quello della contribuzione minima della pensione , ma l’eccessivo numero degli persone che svolgono la pratica prima e poi superato l’esame( non a numero chiuso) diventano avvocati e per tentare di esercitare devono iscriversi agli Albi ma che nella realtà pratica non riescono più a trovare uno spazio in un mercato ormai saturo in tutte le sue branche . Le Università intento con le Facoltà di Giurisprudenza che pullulano ( oramai anche telematiche ) , senza sosta continuano a sfornare centinaia di migliaia di laureati perché li illudono affinchè si iscrivano , ma che non trovano sbocco in nessun mercato del lavoro per cui credono che l’ultima spiaggia sia l’Avvocatura.

E’ un dovere politico – sociale e civile fermare il disastroso futuro di tante persone che stanno gettando parte della loro vita in un sistema sbagliato che è la strada del lavoro come avvocati nella rete della Giustizia.