Parla Isaia Sales
“Differenza e disuguaglianza non sono sinonimi. Si può essere differenti per tradizioni, culture, geografia da altri abitanti della stessa nazione senza che ciò impedisca di usufruire delle stesse opportunità”. Parla Isaia Sales meridionalista ed esperto di Storia della mafia, materia che insegna al Suor Orsola Benincasa. E da questa considerazione trae lo spunto anche per l’ultimo suo articolo ospitato da Repubblica, apparso con il titolo “Sud, omissione di soccorso” sul numero di giovedì 6 aprile.
Di quali opportunità parla, professore?
Crescere e studiare in condizioni similari, avere a disposizione gli stessi asili per figli e nipoti, usufruire di un numero di mense diffuse in tutte le scuole della nazione per allungare al pomeriggio le lezioni, avere accesso a servizi sanitari di uguale qualità in grado di curare anche malattie gravi o di poterle prevenire. Nascere e abitare in luoghi diversi della stessa nazione non può significare essere destinati a due diverse forme di cittadinanza, una piena (con uno standard alto di servizi a disposizione) e l’altra dimezzata (con uno standard nettamente inferiore alle necessità minime di civiltà.
Lei dice che se in altre nazioni dell’Europa occidentale alle disparità economiche dei diversi territori non si somma necessariamente anche una disparità di servizi alle persone, in Italia i due svantaggi si sovrappongono, non è così?
Sì. E sostengo che dove c’è minore sviluppo economico (al Sud) c’è anche minore presenza dello Stato nell’offrire quei servizi che il reddito personale o familiare non consente. Siamo un Paese a due velocità in economia e a due velocità nei servizi ai cittadini. Cioè, si è consolidata una “disuguaglianza doppia”, una economica e una di cittadinanza.
La disuguaglianza di luogo, però, non ha niente a che fare con la diversa collocazione territoriale della popolazione…
E non è qualcosa di naturale ma solo una conseguenza delle scelte politiche e istituzionali: si può vivere in una nazione fortemente differenziata per geografia senza venir meno al dovere fondamentale dello Stato di non far diventare uno svantaggio a vita il luogo di nascita e il posto dove abbiamo deciso di risiedere.
Dovremmo ricordarcene quando parliamo di autonomia differenziata?
Dovremo sempre ricordarci di questi principi elementari quando si vuole trasformare la cosiddetta “Autonomia differenziata” in autonomia disuguagliante tra le regioni. Quanto incide questa disparità di servizi su un bimbo di Bologna e uno di Napoli nati nello stesso anno? E quanto incide la dispersione scolastica (non contrastata con mezzi adeguati) a Milano o a Palermo nella esposizione alle opportunità illegali di strada?
E quanto incide l’assenza di mense per un bambino di Reggio Calabria rispetto a uno di Verona?
È evidente che alla mancanza di orario prolungato a scuola (per carenza di mense) può sopperire meglio un bambino di famiglia benestante, con genitori istruiti o ben inseriti nel lavoro, rispetto a chi vive in una famiglia non in condizione di sostituirsi a ciò che la scuola non è in grado di dare.
È impressionante, infatti, il dato degli alunni della scuola primaria senza mensa: nel Mezzogiorno.
Sì, quasi l’80% degli scolari non beneficia di alcun servizio mensa, con punte dell’87% in Campania e dell’88% in Sicilia. Da ricordare che nel Sud più che l’orario prolungato si registra un largo uso dell’orario ridotto. Si perdono così 4 ore di scuola a settimana rispetto ai loro coetanei del Nord, cioè si fanno meno ore laddove di scuola c’è maledettamente bisogno.
Infine, che rapporto c’è tra il precoce abbandono della scuola da parte di migliaia e migliaia di bambini e ragazzi meridionali e l’altrettanto precoce reclutamento nella malavita organizzata?
Prendiamo Napoli. Quasi tutti i ragazzi coinvolti in attività delinquenziali sono “orfani di genitori vivi”, orfani di scuola, orfani di lavoro legale.
I ragazzi sono formati più dal circolo ricreativo che dalla scuola, più dal bar che dall’aula, più dal gruppo di amici rionali che dai professori.
Per tutti questi motivi non provare ad attuare il Pnrr in tutte le sue previsioni per ridurre al Sud il divario nei servizi, a partire dagli asili e dalla scuola, è un’omissione di soccorso.