“Non mi dimetto e non capisco perche’ dovrei farlo, la stessa magistratura che mi ha fatto arrestare, ha chiesto la mia assoluzione e adesso il consiglio mi reintegra, cosa c’e’ di strano?”. A dirlo e’ Lillo Giambalvo, consigliere comunale del Comune di Castelvetrano, arrestato e assolto in primo grado dall’accusa di associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Eden 2” che nel dicembre 2014 porto’ in galera una serie edi favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Il consigliere, presentatosi in un municipio peraltro scombussolato dalla presenza delle Iene, ha lasciato l’aula prima dell’inizio della seduta.

Nell’ambito dell’indagine, Giambalvo era stato sentito dagli investigatori esprimere apprezzamenti nei confronti del boss latitante Matteo Messina Denaro e mentre si augurava la morte del figlio di Lorenzo Cimarosa, cugino del latitante, che in quei giorni aveva deciso di collaborare con i magistrati. “Quelle intercettazioni non sono state considerate valide, attendiamo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza – continua Giambalvo – io non ho mai detto quelle frasi, conosco i figli di Cimarosa e mai mi sarei permesso di pensare una cosa del genere”. Oggi in paese si e’ presentato il vicepresidente della commissione Antimafia Claudio Fava, annunciando che chiedera’ all’organismo di occuparsi del caso e invitando ancora una volta i consiglieri a dimettersi.