“Le mie opere raccontano un percorso di risveglio”. E’ emozionato Marco Campanella mentre si accinge a spiegare il senso di ‘Crisi e Rinascita’, la mostra personale inaugurata nella Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli, visitabile fino al 2 giugno prossimo. Qui, 460 anni fa, nelle carceri del castello, a pochi metri dalle sue opere, fu imprigionato e sottoposto a tortura il suo avo, Tommaso Campanella, accusato di eresia. “I giorni scorsi sono stati commoventi. E’ come se il Maschio Angioino mi restituisse qualcosa dopo la sua esperienza cosi’ drammatica”, dice. L’artista espone 14 sculture in alluminio, bronzo, resina e terracotta che vanno dai 30 centimetri a un metro e mezzo di grandezza. “Il bronzo e’ il mio materiale preferito, lo trovo piu’ potente del marmo – dice – con queste opere ho voluto lanciare un messaggio forte. Per me l’arte non ha alcun senso senza una finalita’. Un’opera ti deve cambiare, non ti deve lasciare com’eri prima”. Il visitatore viene accompagnato in un percorso simile a un ‘rito di passaggio’, in cui si passa da una condizione di guerra e conflitto a uno stato di risveglio della coscienza. Da ‘La guerra silenziosa’ al ‘Terzo Occhio’, il visitatore viene guidato in un itinerario “in cui e’ necessario recuperare la solidarieta’, la compassione e soprattutto il senso di comunita'”. Percio’, oltre alle sculture, Campanella ha realizzato per questa mostra 180 ritratti fotografici, un’opera collettiva sul tema della Rinascita. Uomini e donne che hanno scelto di essere testimoni dell’urgenza di invertire la rotta e piantare i semi di un Nuovo Rinascimento. Gli scatti sono arrivati da molti paesi del mondo, con volti di tante persone con in mano un cartello con su scritto ‘risveglio’. Marco Campanella e’ nato da una famiglia napoletana che ha come avi Tommaso Campanella, filosofo e visionario del ‘600, Emanuele Caggiano scultore della scuola ottocentesca napoletana e maestro di Vincenzo Gemito, fino a Michele Campanella pianista di fama internazionale. La sua arte parte dal disegno. E’ suo il personaggio di Topo Tip, dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo e tradotto in 35 lingue,o diventato anche cartone animato in onda in Italia sui canali Rai e in altri 60 paesi. Ma e’ sua anche la scultura di madre Teresa di Calcutta nella piazza a lei intitolata a Napoli. La mostra e’ promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Il catalogo e’ curato da Giovanna Coltelli.