Sta calando il sipario sul Cara di Castelnuovo di Porto tra le polemiche, la mobilitazione e le accuse. Ha preso il via questa mattina intorno alle 9 con il trasferimento di 30 ospiti della struttura, l’operazione che prevede lo spostamento di oltre 300 rifugiati in altre regioni italiane. La cittadina, ad una manciata di chilometri da Roma che conta poco più di 8.500 abitanti, da stamattina è “protagonista” di quello che alcuni esponenti politici del Partito Democratico e del centrosinistra indicano come tra i primi effetti del Decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini. “Si preannuncia una vera e propria emergenza sociale, umanitaria e e perfino sanitaria”, ha lanciato l’allarme il segretario del Pd provincia di Roma, Rocco Maugliani. “Alcune persone sono state letteralmente gettate per strada questa mattina, mentre parte dei migranti richiedenti asilo saranno trasferiti in altre strutture fuori dal Lazio. Ci saranno tantissimi bambini che saranno sradicati dal contesto in cui sono cresciuti finora, e più di 100 professionalità che resteranno senza lavoro”. Il Cara di Castelnuovo di Porto era stato visitato da Papa Francesco e a ricordarlo oggi è stato il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre, che poi ha puntato il dito contro il decreto del governo che “mette per strada i lavoratori e ci diranno che siamo amici degli amici di coop rosse bianche o celesti. Mette per strada la dignità e i diritti di decine, centinaia di donne uomini e bambini, cioè di persone che in pochi secondi vengono improvvisamente separate, violentate nel loro cammino di integrazione e comprensione di nuove culture, senza conoscere nulla del proprio futuro.

Nelle prossime ore si saprà dove saranno destinati 15 richiedenti asilo arrivati in Basilicata ospitati nel centro “Cara” di Castelnuovo di Porto. Gli altri migranti saranno nei prossimi giorni allontanati in un altro luogo in cui è sorto un notevole raggruppamento almeno 300 persone si tratta dell’area industriale abbandonata della “felandina” all’incrocio tra le statali Basentana e Jonica Metaponto di Bernalda. Si tratta di un insediamento abusivo, senza acqua e servizi igienici, sorto lo scorso giugno come rifugio per i braccianti stagionali. Pietro Simonetti, coordinatore delle politiche per i migranti, ha annunciato che queste persone saranno sistemate provvisoriamente, in attesa dell’ultimazione del sito di Scansano.