Buone notizie ma timide per l’economia italiana che quest’anno crescerà dell’1,1% rispetto all’1% delle precedenti previsioni. Un trend però destinato ad arrestarsi subito: il prossimo anno e il successivo, infatti, la crescita del Pil scenderà all’1% dalle più ottimistiche previsioni di settembre (rispettivamente 1,3 e 1,2%). Soltanto dal 2020 in avanti “ci sarà un’impennata verso l’alto”. Mentre il deficit, per effetto della manovra di correzione dei conti, scenderà al 2,1% quest’anno dal 2,3% delle ultime stime, mentre per il prossimo anno resta confermato il calo all’1,2%.

Sono i dettagli del nuovo quadro macroeconomico emersi nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il Def accompagnato dal Programma nazionale di riforme e ha dato un via libera “salvo intese” al decreto con la manovra di aggiustamento dei conti per 3,4 miliardi. Un dl ‘omnibus’ che conterrà anche altri interventi, dal fondo sisma alle misure sugli enti locali (quelli resi noti finora) ma che non è stato ancora scritto e vedrà la luce nei prossimi giorni. Quel che è certo, secondo il premier Paolo Gentiloni, è che “abbiamo i conti in ordine e li abbiamo non aumentando le tasse ma accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e di promozione della crescita”.

La correzione dei conti, infatti, ha aggiunto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è ottenuta attraverso “l’efficientamento della gestione tributaria, con misure di lotta all’evasione validate dalla Ue, e con misure solo in parte di tagli alla spesa”. Pur non mostrando preoccupazione il titolare dell’Economia ha, tuttavia, sottolineato che il “sentiero stretto” tra tenuta dei conti pubblici e crescita è “un crinale” nel quale “bisogna stare attenti”. Padoan ha, quindi, elencato tutti gli impegni mantenuti da parte del governo a partire dal capitolo privatizzazioni che è stato oggetto di un braccio di ferro fra il ministro e la maggioranza, il Pd in primis. “Nel Def c’è l’impegno alle privatizzazioni: cercheremo il modo e i canali per gestire quest’aspetto che è di molteplici benefici”, ha osservato Padoan, che a proposito del possibile coinvolgimento della Cdp si è limitato a dire: “Abbiamo scambiato alcune idee con l’impegno di riprenderle successivamente”. I

l governo conferma, quindi, l’impegno ad andare avanti sulla strada delle privatizzazioni, anche se non sembrano esserci accelerazioni e il target di incassi si riduce dallo 0,5% del Pil per il 2017 e il 2018 allo 0,3% (4,8 miliardi circa) per ciascuno dei due anni . Anche gli impegni sui contratti della pubblica amministrazione verranno mantenuti. “Tengo a precisare che il governo mantiene tutti i suoi impegni che ha preso fino ad adesso – ha sottolineato Padoan – compresi quelli sui contratti della pubblica amministrazione”.