di SIMONA D’ALBORA
Approda alla Camera la Legge sugli ecoreati . Dopo una serie di ostacoli che ne hanno intralciato il cammino, la proposta di Legge, firmata da Ermete Relacci ed altri relatori, fu presentata, infatti, il 13 marzo 2013 e solo domani dovrebbe iniziare la sua discussione alla Camera.
La proposta di Legge, che prevede pene più severe per i delitti ambientali e che è stata a lungo sollecitata dai comitati che da anni conducono battaglie contro il biocidio commesso ai danni della Terra dei Fuochi, ha voluto rispondere anche alla richiesta di Legambiente di adeguare la tutela penale dell’ambiente alla gravità degli illeciti commessi nel nostro Paese e di garantire a magistratura e polizia strumenti ancora più incisivi nella lotta contro i crimini ambientali. Ma a parte la severità delle pene, che si intende adeguare a quelle previste in Europa, la vera novità è l’introduzione di un’ipotesi delittuosa relativa alla frode in materia ambientale. In poche, parole la Legge punirà con la reclusione fino a 4 anni e una multa fino a 10.329 euro anche chi falsifica o omette la documentazione prescritta dalla normativa ambientale nonché chi userà tale documentazione falsa per commettere un reato ambientale.
Pene più severe, dunque per chi commette un crimine contro l’ambiente. È previsto fino a cinque anni di reclusione e una multa da 2.582 euro fino a 15.494 euro per chi introduce, in violazione, nell’ambiente sostanze o radiazioni, in modo da determinare il pericolo di un rilevante deterioramento dello stato dell’aria e ancora da due a sei anni di reclusione e una multa fino a 51.646 euro se il deterioramento si verifica o se dal fatto deriva un pericolo per la vita o per l’incolumità delle persone. Ma nel caso di disastro ambientale si rischiano fino a dieci anni di carcere e una multa fino a 154.937 euro. È poi stata introdotta una circostanza aggravante per i casi di associazione a delinquere avente tra le finalità quella di commettere reati ambientali.
La proposta di legge prevede, inoltre, una diminuzione delle pene a chi si ravvede e collabora con le forze dell’ordine per evitare il disastro ambientale.
Lunedì, alla Camera, accanto a disposizioni sulla riforma elettorale, si discuterà anche la proposta che va nella direzione di rendere la vita più difficile, o per lo meno, in mancanza di una seria legislazione sulla prevenzione, inasprire le pene per chi commette reati ambientali.
Mentre, chi da anni combatte una battaglia, affinché lo Stato affronti con serietà il problema dei crimini contro l’ambiente, è pronto a mobilitarsi nel caso in cui la votazione slittasse o la legge fosse rimandata in Senato. In una nota di StopBiocidio, infatti si legge:
“ Il percorso della legge sugli ecoreati in parlamento è una continua corsa ad ostacoli. Gli interessi di Confindustria e la complicità di deputati intenti a coprire le azioni delle lobby imprenditoriali che non hanno alcun intenzione di ricevere restrizioni in materia ambientale, hanno rallentato il percorso di una legge fortemente voluta dai movimenti contro il biocidio e dai comitati in lotta nella terra dei fuochi. Al di là della buona volontà dei deputati che si stanno battendo per arrivare all’approvazione della legge, la battaglia per impedire che in Italia chi inquina la passa liscia, è una nostra lotta che abbiamo portato nelle piazze della Campania negli ultimi anni.
Nel nostro paese ogni giorno un procedimento giudiziario legato alle ecomafie va in prescrizione, ogni giorno imprenditori ed affaristi possono devastare il territorio contando su una normativa blanda ed inadeguata. Da parte del governo e del Ministro Galletti abbiamo registrato, come sempre su queste questioni, un basso profilo, quasi nascosto, nonostante il governo abbia più volte provato ad appuntarsi al petto la medaglia del provvedimento sugli ecoreati. Non accettiamo logiche affaristiche sulla nostra pelle, non accettiamo più rinvii per l’approvazione della legge sugli ecoreati. Lunedì attenderemo il voto dell’ aula ed in caso di slittamento della votazione o di rinvio al Senato ci raduneremo in presidio permanente sotto la Prefettura di Napoli, fino a quando non si approverà il provvedimento esponendo con cartelli i nomi dei deputati responsabili del nuovo rinvio ed evidentemente complici delle lobby dei veleni.”