“Il Mezzogiorno è strategico non solo per l’economia del mare e la logistica. Lo è anche per il sistema delle infrastrutture energetiche, con riferimento anche alle reti elettriche transcontinentali alimentate da fonti rinnovabili a supporto di una crescita industriale ed economica compatibile con la salvaguardia dell’ambiente”. E’ andata diretta al cuore di un tema cruciale per il nostro Paese (e per la stessa economia europea) Ludovica Zigon, direttore commerciale del Gruppo Getra, azienda leader nel settore della produzione di trasformatori elettrici, quando lo scorso 7 novembre è stata chiamata a illustrare la vision aziendale al DanishItalian Business Forum organizzato dalle autorità danesi, rappresentate ai massimi livelli istituzionali, in occasione della visita in Italia dei Reali di Danimarca.

Dottoressa Zigon, ci vuole raccontare come si è svolto il Forum Danese e quali obiettivi aveva?

La visita dei Reali di Danimarca in Italia è stata concepita come occasione per lo svolgimento di un evento orientato allo sviluppo di relazioni d’affari top level. Si è trattato di un vero e proprio Business Forum Italo-Danese con la partecipazione di 36 aziende danesi tra le più rappresentative dei settori Sicurezza, Food e Tecnologie Pulite. Alla sessione istituzionale della mattina ha fatto seguito nel pomeriggio una sessione plenaria dedicata a due aziende danesi e due italiane. E Getra era fra queste. Ci è stato chiesto di declinare in particolare gli scenari futuri nel settore delle infrastrutture elettriche in un quadro europeo e internazionale.

Quali gli argomenti che ha potuto trattare in quel contesto?

Anzitutto abbiamo potuto chiarire qual è la funzione dei trasformatori che produciamo nel contesto delle infrastrutture di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. Un tema un po’ ostico e non sempre facile da inquadrare.

Può provare a farlo anche per i nostri lettori?

Certo. I trasformatori servono ad interconnettere la produzione di energia elettrica – qualunque sia la fonte che la genera – alle grandi reti elettriche di trasmissione, alle reti elettriche di distribuzione ed infine agli utenti finali, siano essi industriali o domestici. Sono quindi i gangli vitali delle reti elettriche e consentono il funzionamento dell’intera filiera dell’energia.

Per l’occasione Getra era presente per rappresentare l’industria italiana che supporta lo sviluppo delle città e delle tecnologie pulite?

Va premesso che senza disponibilità di energia elettrica, fondamentale dello sviluppo sociale ed economico del nostro pianeta, non c’è futuro in tutti i campi, industriali e civili. Questo fattore sfugge ai più, perché siamo fin troppo abituati a disporre di elettricità a piacimento e ci accorgiamo di come sia importante per la nostra vita soprattutto quando manca, a causa di un black out. Viceversa quasi ogni nostra attività richiede l’utilizzo diretto o indiretto dell’energia elettrica o dipende strettamente dalla disponibilità di questa risorsa.

Tuttavia il mondo di oggi è impegnato in una sfida senza precedenti. Cioè produrre energia per sostenere lo sviluppo economico e sociale del pianeta, ma senza provocare conseguenze irreversibili all’ambiente…

Si e la chiave per sostenere questa sfida si chiama Sviluppo Sostenibile. L’energia elettrica è la chiave per le prospettive di crescita economica nei Paesi industrializzati, ma a maggior ragione lo è per quella parte di popolazione mondiale che si affaccerà allo sviluppo nei prossimi decenni. Oggi nel mondo ci sono ancora 1,5 miliardi di persone che vivono senza elettricità. Circa 4 miliardi di persone – la metà degli abitanti del pianeta – vive in Paesi con economie non sviluppate o in ritardo di sviluppo.Sono i consumatori del futuro.

Si, però è anche vero che ad oggi circa l’80% della produzione di energia a livello mondiale proviene dai combustibili fossili…

E’ un valore che nei prossimi anni deve essere rapidamente ridotto. Non a caso gli obiettivi ambientali e climatici che l’Europa si è data prevedono una economia a basse emissioni di carbonio mediante la riduzione del 40% emissioni gas a effetto serra entro il 2030. E un miglioramento dell’efficienza energetica almeno del 27%.

Questo significa che dovremo modificare anzitutto i nostri stili di vita come consumatori?

Significa anzitutto che dovremo inoltre dare un grande impulso alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che dovranno ottimizzare la loro efficienza e la loro efficacia. E investire nella efficienza delle infrastrutture di rete per dare slancio competitivo al sistema Paese.

Questo vuol dire passare dalle reti tradizionali alle reti intelligenti. Una specie di rivoluzione…

Sarà necessario localizzare le produzioni di energia rinnovabile nelle aree in cui il loro funzionamento può essere più efficiente. Ed inoltre rendere le fonti rinnovabili, che sono discontinue (quali ad esempio fotovoltaico ed eolico), più sincronizzate con la domanda di energia, attraverso le tecnologie di accumulo. In questo scenario le reti smart assumeranno sempre più il ruolo di grandi interconnettori e la loro dimensione passerà da una scala nazionale ad una scala trans-nazionale e trans-continentale. Il ruolo del Mezzogiorno e dell’Italia come piattaforma dell’energia pulita sarà ineludibile.

Può spiegare meglio questo concetto?

Se pensiamo ad un’area come quella euro mediterranea, diviene concreta la prospettiva della nascita di un hub dell’energia elettrica per interconnettere, ad esempio,il potenziale delle fonti di energia fotovoltaica e solare del Continente africano, la disponibilità di energia idroelettrica dell’area dei Balcani, la continuità di produzione dell’energia eolica on shore e offshore del Nord Europa.

C’è un altro tema che viene avanti nel campo dello sviluppo sostenibile: quello dei grandi centri urbani.

Ed è esattamente il tema centrale della riflessione proposta da Getra. Le smart city sono un passaggio obbligato degli orizzonti futuri in tema di energia. E questo perché ad oggi oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle città. Non solo :600 grandi centri urbani generano da soli il 60% del PIL mondiale. Entro il 2025 oltre 130 nuove città entreranno a far parte delle attuali top 600. Infine, nel 2050 saremo oltre 9 miliardi e l’80% della popolazione mondiale sarà insediati nei centri urbani.

Grandi concentrazioni urbane che rischiano di diventare immensi produttori di inquinamento come oggi e più di oggi…

Per evitarlo bisognerà indirizzarsi proprio nella direzione delle smart city, che sono un modo diverso di progettare e vivere le città. Le grandi concentrazioni urbane del futuro dovranno essere sempre più tecnologiche, interconnesse, sostenibili, quindi alimentate da fonti rinnovabili. Dovranno quindi avere come driver di sviluppo reti intelligenti e soprattutto la mobilità elettrica.