Le Amministrative sono state una parentesi che non avrà riflessi sul quadro politico nazionale in questo finale di legislatura ma potrebbe influenzare le strategie dei partiti sul tema delle alleanze. Le urne sembrano infatti rilanciare lo schema bipolare, riproponendo la sfida ventennale tra centrosinistra e centrodestra, con M5S messo ai margini. Il sistema elettorale a doppio turno per i sindaci non è però contemplato per le Politiche, e per quanto i Cinquestelle vengano clamorosamente bocciati sarebbe azzardato scommettere sul loro tramonto e sulla fine del tripolarismo: un tempo accadeva a Berlusconi, campione del consenso d’opinione, di subire defaillance nel voto locale per poi riscattarsi. Insomma il risultato ha un valore limitato, vista la dimensione del test, al quale peraltro si è giunti dopo una campagna elettorale anestetizzata dal patto che le quattro maggiori forze avevano stretto sulla riforma del sistema di voto. Nel vuoto di quel che resta dei partiti, mai come questa volta svogliati e distratti, la tornata delle elezioni comunali era l’inevitabile specchio di una politica sfilacciata, senza idee. Eppure dal voto negletto sono emerse rilevanti indicazioni. Non tanto il ritorno del bipolarismo centrodestra/centrosinistra, perché servono ben altre conferme prima di poterlo affermare. Quanto la grave sconfitta del Movimento Cinque Stelle, la prima seria battuta d’arresto registrata da un Grillo che forse presagiva la disfatta per come nelle ultime ore appariva scontroso e infastidito nelle strade della sua Genova.