di Laura Bercioux
Un attore che non ama i giochi di potere e lo ha dimostrato ampiamente. Un attore capace di interpretare ruoli drammatici e comici con tanto carisma. Una voce che non dimentichi. Gaetano Amato, napoletano, ama la sua città. Un attore di razza conosciuto al grande pubblico per il suo “commissario” alla Squadra. Poi tanto cinema, fiction e teatro. Oggi sono trascorsi 19 anni dalla morte di Nanni Loy che ha raccontato Napoli: indimenticabile. Amato ha lavorato anche con l’istrionico regista.
Amato, il nostro cinema dove sta andando?
“Sta scivolando nella melma della non qualità raggiungendo i prodotti televisivi che già sono nelle paludi della mediocrità. Oggi purtroppo il cinema è solo la copia pessima di quello che è stato in passato. La nostra commedia ha fatto scuola nel mondo, dai Risi ai Monicelli ai Sordi a Nanni Loy, appunto. Gente che alla grande cultura aveva abbinato il proprio umorismo per raccontare vizi, difetti e virtù di un popolo. Oggi i film che trovano immediatamente produttori e mercato sono legati a personaggi della tv, cabarettisti di giornata. Penso per esempio ai ‘Soliti idioti’ e mi rendo conto che mai nome fu così appropriato. Tornando a Loy, io credo che debba essere nominato cittadino onorario di Napoli alla memoria. Ha raccontato Napoli con amore, quello stesso amore che lo legava alla nostra terra e ai nostri attori”.
Spesso lei evidenzia sui social le cose che non funzionano in questo Paese, a partire da Napoli: ha una ricetta visto che è un ottimo cuoco?
“Ho appena finito di scrivere un libro ( che non so se e quando uscirà ) in cui parlo ancora una volta di Napoli e del suo tesoro. Un tesoro che per colpa della cecità di un popolo nessuno riesce a vedere. Siamo ciechi e questo è dovuto alla fretta, all’affannarsi per cose superflue. Nel libro dico che la fretta è una malattia che prende gli occhi e li danneggia facendo in modo che guardino senza però vedere. Ricette? L’onestà prima di tutto e poi bisognerebbe liberarsi dalla fretta, dal rampantismo, dai mistificatori, dai furbi, dai cialtroni, dai farabutti, dai camorristi, dai disonesti. Ecco, servirebbe il digiacomiano ‘Lassamme fa a Dio’, e poi forse chi sa: amando di più la nostra terra riusciremmo ad amare di più il nostro prossimo”.
Progetti, idee, sogni?
“Tanti, bisognerà vedere se ci permetteranno di attivarli. A settembre sono ne Il Restauratore 2, un ruolo secondario, poi c’è il film di Sergio Assisi e dall’8 settembre cominciamo con Piero Pepe le prove di Casa di frontiera di Gianfelice Imparato con la regia dello stesso Gianfelice. Un progetto che intendiamo portare principalmente nelle scuole. Sogni? Sempre lo stesso da anni: avere i fondi per poter creare una casa famiglia per ragazzi orfani, italiani e non. C’è tanto bisogno di poter dedicare il proprio tempo alla pace che mi sembra da idioti continuare a rincorrere le guerre. Ma noi idioti lo siamo, purtroppo”.