Secondo il report “Altra Velocità” di Europa Radicale, negli ultimi tre mesi i principali treni Alta Velocità di Trenitalia hanno fatto registrare performance ben al di sotto delle aspettative: su 22.865 corse monitorate, 16.515 (pari al 72%) sono arrivate in ritardo. In particolare, il Bari Centrale–Roma Termini non è mai giunto in orario, accumulando in media 38 minuti di ritardo. Ancora peggio, la tratta Lecce–Milano Centrale: solo cinque arrivi puntuali in tre mesi e, più di due volte al mese, ha superato i 100 minuti di slittamento.

Il treno con la media di ritardo più alta (46 minuti) è il Reggio Calabria Centrale–Milano Centrale, che ha toccato il picco di 468 minuti di ritardo il 30 novembre. Seguono il Bari–Roma, con un record negativo di 131 minuti il 5 ottobre, e il Lecce–Milano, che lo scorso 24 dicembre ha sfiorato le tre ore di posticipo (162 minuti).


2. Ritardi e costi: venerdì il giorno peggiore

Complessivamente, nel solo trimestre ottobre-dicembre 2024, le Frecce di Trenitalia hanno totalizzato 278.482 minuti di ritardo, pari a 4.641 ore. Lo studio sottolinea come il venerdì sia il giorno nero per i viaggiatori: su 3.160 treni, 2.401 hanno accusato ritardi, di cui 434 superiori a mezz’ora. I problemi più frequenti? Congestionamenti dei nodi ferroviari, problemi tecnici e sovraccarico di tratte.

I costi di queste inefficienze pesano anche su Trenitalia: secondo le stime del report, i rimborsi complessivi per i disagi raggiungono i 102 milioni di euro in tre mesi, oltre 8,5 milioni di euro al mese. A incidere, oltre alla frequenza dei ritardi, la severità degli stessi: il report evidenzia casi sempre più frequenti di slittamenti oltre l’ora.


3. Tavolo tecnico e possibili soluzioni

Alla luce di questi numeri, il dossier segnala la necessità di un “ripensamento complessivo dell’offerta”, invitando a investire in infrastrutture e in una gestione del traffico ferroviario più efficiente. È stato istituito un tavolo tecnico – che coinvolge il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, e gli altri attori del settore – con l’obiettivo di “alleggerire la pressione sui nodi più congestionati”.

Gli autori dello studio rimarcano come “non sia sufficiente offrire un elevato numero di corse se non si garantisce la puntualità”: la tecnologia dell’Alta Velocità, sottolineano, rischia infatti di essere vanificata da un sistema di trasporti privo di adeguate reti, di una manutenzione adeguata e di una corretta programmazione dei flussi. L’auspicio è che, con la collaborazione istituzionale appena avviata, i passeggeri possano finalmente contare su un servizio più affidabile e in linea con gli standard che l’AV dovrebbe offrire.

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