DI LAURA BERCIOUX
La new economy e le masse di lavoratori assunti da società di outsourcing (reclutamento esterno) che lavorano su commessa in favore di svariate realtà produttive, fra cui primeggiano le telecomunicazioni, comincia a mostrare il suo lato oscuro. Riflettori puntati, dunque, su Almaviva e i lavoratori che vivono “su commessa”, parliamo della “commessa” Wind che stanno riducendo il lavoro vertiginosamente. Solo a Palermo sono in 1500 a tempo indeterminato e 200 a progetto. Si può immaginare il danno alle famiglie che hanno da pagare il mutuo e mantenere i propri figli. Se le commesse vanno altrove, finiranno per chiudere bottega. Ce lo spiega Saverio Todaro, dipendente da 13 anni e rappresentante sindacale della UIL.
Qual è la situazione attuale dei lavoratori di Almaviva?
“Da due anni rischiamo di perdere il lavoro, tanto è vero che ormai da 3 anni siamo in CDS a Palermo e da 2, in tutte le sedi d’Italia, per contenere i deficit di un traffico telefonico che si va affievolendo sempre più: si riduce il traffico di oltre il 50% in talune commesse (come Wind ) e di poco meno in altre come SKY e Tim. Altre invece, che via via, sono andate sotto gara come Mediaset, o i Comuni di Roma e Milano, quindi perse del tutto. Sebbene sia vietato dalla legge, le gare vengono vinte da società che producono un’offerta inferiore e spesso oltre il 30% del costo effettivo di commessa (generato e valutato dal costo effettivo di lavoro del contratto di telecomunicazione più i vari costo indiretti di impiego, formazione tutoraggio, sedi energia elettrica,ecc ecc) e che poi con sub appalti girano a committenti terzi o società parallele che operano in paesi come l’Albania o simili!”
Parliamo di quando si chiama un gestore e la telefonata è dirottata ad un operatore che si trova all’estero. Ma la politica, secondo Lei, ha focalizzato il problema?
“Hanno fatto poco per garantire e salvaguardare i livelli occupazionali italiani e nella fattispecie di questo settore che, se pure sotto crisi, è e resta comunque, uno dei pochi con più grande marginalità e ricavi! Sembra come se i grandi poteri di queste grandi multinazionali condizionino le scelte di governi e ministri riducendo vane le lotte sindacali e le fibrillazioni di lavoratori che da anni si adoperano non per aumentare i salari o i diritti ma semplicemente per garantirsi i livelli di occupazione! Spesso si assiste ad assenze indecorose ai tavoli ministeriali ad impotenze dei ministri e a prese di posizione da parte aziendale indegne e vergognose, con le nuove leggi, con il job act milioni di lavoratori resteranno senza diritti e altri milioni, come noi, rischiano di essere licenziati dopo 13 anni ed essere riassunti da un’altra azienda che vince una gara con contratto a tutele crescenti, con scatti di anzianità azzerati e con la paura di essere licenziati in qualsiasi momento!”.
Un futuro incerto, famiglie in bilico: altra disoccupazione
“E’ questa l’Italia del futuro? L’Italia dei diritti?? Dopo 50anni di diritti e’ l’epoca oggi dei diritti a togliere in nome di una riparante trazione dei ricavi compensata soltanto dai lavoratori dal loro costo del lavoro! E cosa resterà tra qualche anno se in Sicilia si perderanno milioni di posti di lavoro o anche solo se questi poveri lavoratori che oggi guadagnano 700. 1000 euro al mese ne guadagneranno 500/800? Quale ripresa può esistere se chi deve spendere guadagna sempre meno???
Eppure la Meloni è stata a Palermo
“La politica oggi ci riceve dopo scioperi di 5000 lavoratori (educati) per le strade , speriamo non sia solo un “teatrino” perché noi di pupi in tredicianni ne abbiamo visti tanti e ci auguriamo che ognuno faccia la sua parte per questo paese che ha bisogno di ” dignità e onestà”.