In questi anni si parla spesso di individui con una capacità di partecipare a pieno alla vita sociale fortemente compromessa.
Le categorie maggiormente vulnerabili sono le persone senza fissa dimora, i disabili, i detenuti o ex-detenuti, le persone con dipendenza da sostanze e dal gioco, gli anziani, gli immigrati, i rom, le famiglie numerose o monoparentali, i minori. E, in tutti i gruppi, le donne vivono una situazione di disagio più forte degli uomini. Violenza e povertà espongono le donne e le ragazze ad un rischio costante di emarginazione.
Tutti argomenti sui quali si è consolidata la ricerca di Giuseppe Imbucci, insigne storico dell’Ateneo salernitano, scomparso dieci anni fa, famoso soprattutto per i suoi studi sul gioco d’azzardo, anche se gli ambiti delle sue ricerche hanno spaziato dalla storia della povertà, all’emigrazione agli intrecci profondi tra storia e contesti sociali.
E proprio per ricordare la sua figura il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Ateneo di Salerno ha organizzato una tavola rotonda sul tema: “Vecchie e nuove povertà”.
L’incontro si svolge il 14 ottobre, con inizio alle ore 9.00, nell’aula Gabriele De Rosa del Campus di Fisciano.
Alla tavola rotonda prendono parte, oltre ad importanti studiosi di diverse università italiane, anche Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli.
L’evento si configura come occasione per la ricomposizione degli itinerari di ricerca inaugurati dal professore Imbucci e che hanno generato numerosi e innovativi itinerari di studio da parte di scuole storiche disseminate nel paese. La giornata si articola in due sessioni: la prima moderata da Francesco Malgeri, professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma; la seconda, quella pomeridiana, è moderata da Pino Acocella, docente presso l’Università di Napoli “Federico II”.