“La Politica italiana per il patrimonio culturale è ridotta ai minimi termini, con risultati negativi che confermano questa lettura”. È la denuncia dell’Osservatorio Patrimonio culturale Italia sul crollo registrato nella Reggia di Caserta. “Si tratta di un altro tassello negativo – ha spiegato al VELINO Antonio Irlando presidente dell’OPCI – che conferma la drammaticità della situazione conservativa e gestionale del patrimonio monumentale italiano che a Pompei e nella reggia di Caserta trova i suoi più emblematici esempi”. Nello specifico la nota della Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta è chiara: il crollo ha coinvolto “una porzione di tetto situata nell’angolo sud-ovest del quarto cortile del Palazzo Reale, al disopra dei locali dell’ultimo livello del palazzo occupato interamente dall’Aeronautica Militare”. Irlando però ha chiarito: “da quanto abbiamo appurato pare che il crollo abbia riguardato circa 30 metri quadrati del tetto della nostra preziosissima Reggia e da quanto possiamo notare dalle immagini – ha continuato – la parte della sommità dell’edificio è coperto da erbacce cresciute sulla muratura. Questi due elementi confermano che da troppo tempo in quell’area non c’è stata manutenzione ordinaria”.
È questo principalmente il campanello d’allarme lanciato dall’Osservatorio: “La situazione conservativa della Reggia di Caserta – ha ribadito Irlando – è particolarmente preoccupante e non è da escludere che altre parti, almeno della copertura, potrebbero essere interessate da travature in legno in grave stato conservativo e con possibili cause di ulteriori crolli”. Anche per il Palazzo Reale casertano nei prossimi mesi dovrebbero partire una serie di interventi straordinari: “Lo Stato italiano – ha continuato il responsabile dell’OPCI – non decide di spendere strategicamente risorse per la conservazione ordinaria per la conservazione dei monumenti. Anche in questo caso gli interventi straordinari annunciati sono tardivi. Si dice spesso che i privati debbano investire. Io sono d’accordo – ha poi concluso Irlando – ma gli investitori privato devono pensare solo a valorizzare, preservare i beni storici del nostro Paese è compito delle Istituzioni”.