Nel 2013 sono stati persi 478mila posti di lavoro (-2,1%). Il dato è ancora più drammatico per le fasce giovani della popolazione: -482mila posti nella fascia 15-34 anni e -235mila nella fascia 35-49, mentre aumentano le assunzioni tra gli over 50 (+239mila). A gennaio 2014 la quota di disoccupati tra i 15 e i 24 anni segna un nuovo record a 690mila, il 42,4%, in deciso aumento sia su mese (+0,7%) sia su anno (+4%). Si tratta del tasso più alto sia dall’inizio delle serie mensili dell’Istat (gennaio 2004), sia delle trimestrali (1977). Nuovo record, a gennaio, anche per il tasso di disoccupazione globale, al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti nei dodici mesi. Nella media 2013 la disoccupazione è aumentata di 369.000 unità (+13,4%). L’anno scorso il tasso di disoccupazione è arrivato al 12,2% in confronto al 10,7% di un anno prima, e ha riguardato soprattutto il Mezzogiorno (19,7%).
Sul fronte dell’occupazione, a gennaio 2014 gli occupati sono 22 milioni 259 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,5% su base annua (-330 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima. Nella media del 2013, il tasso di occupazione si attesta al 55,6%, 1,1 punti percentuali al di sotto del 2012. La riduzione riguarda soprattutto il Mezzogiorno. Il calo dell’occupazione interessa tutti i settori. In particolare, nell’industria in senso stretto prosegue la contrazione dell’occupazione, con un calo di 89.000 unità (-1,9%) che coinvolge soprattutto le imprese di medie e grandi dimensioni. Si accentua la flessione nelle costruzioni (-163.000 mila unità, pari a -9,3%). Alla nuova discesa dell’occupazione a tempo pieno (-586mila unità, pari a -3,1%), si associa un nuovo incremento di quella a tempo parziale (108mila unità, pari a +2,8%).
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,3% a gennaio rispetto al mese precedente (-45 mila unità) e dello 0,1% rispetto a dodici mesi prima (-9 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali ma in aumento di 0,1 punti su base annua. Nella media 2013, dopo il forte calo del 2012, la popolazione inattiva è tornata a crescere, con un incremento di 49.000 unità (pari a +0,3%). Tra i motivi della mancata ricerca del lavoro crescono in misura sostenuta lo scoraggiamento e i motivi di studio (rispettivamente 187.000 e 100.00 persone in più). Il tasso di inattività nella media del 2013 sale al 36,5%, con un incremento di 0,2 punti percentuali che interessa esclusivamente gli uomini (+0,5 punti).
Il post di Renzi:
Matteo Renzi ✔@matteorenziSegui
La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct #lavoltabuona