“La gelata dell’economia americana nel primo trimestre è la causa principale del taglio alle previsioni di crescita mondiale nel 2014, dal 3,7 per cento al 3,4, annunciato ieri dal Fondo monetario internazionale. Ma anche la Cina è in rallentamento, e la Russia, la più colpita dalle tensioni geopolitiche di questi mesi, è in stagnazione, mentre nell’area dell’euro sono state riviste al ribasso le previsioni su Italia e Francia”. È quanto scrive il SOLE 24 ORE che aggiunge: ‘L’economia italiana crescerà, secondo l’Fmi, dello 0,3 per cento quest’anno, contro una previsione dello 0,6 per cento avanzata lo scorso aprile. È la peggiore delle quattro grandi economie dell’eurozona (le stime della Germania e della Spagna sono state invece riviste al rialzo, rispettivamente all’1,9 e all’1,2 per cento) e anche del G-7. La previsione del Fondo sull’Italia resta peraltro leggermente superiore a quella di molti economisti indipendenti. Per il 2015, la cifra è invariata dal ‘World Economic Outlook’ di tre mesi fa, all’1,1 per cento. (…)
L’area euro, insieme ai fattori geopolitici che nelle ultime settimane hanno acquisto maggior prominenza a causa delle crisi in Ucraina e in Medioriente, resta uno dei rischi per lo scenario mondiale. Il Fondo ritiene ‘essenziali’ le politiche per il rilancio della domanda, in particolare la politica monetaria, oltre all’esame delle banche in corso da parte della Bce e a misure strutturali per migliorare un potenziale di crescita molto basso. Le previsioni per l’area euro nel suo complesso sono rimaste invariate rispetto ad aprile (1,1 per cento nel 2014 e 1,5 per cento nel 2015), ma le divergenze aumentano. Il Fondo ha ripetuto per l’ennesima volta che la Banca centrale europea deve essere pronta a ulteriori misure (fra cui l’acquisto di titoli pubblici) qualora le decisioni annunciate di recente non bastino a contrastare l’inflazione troppo bassa. (…)
Il Fondo ritiene appropriato il percorso della normalizzazione della politica monetaria scelto dalla Federal Reserve, con un azzeramento degli acquisti di titoli nel corso di quest’anno e un aumento dei tassi d’interesse dalla metà dell’anno prossimo. Il timing potrebbe essere rivisto a seconda dell’andamento dell’economia, ha detto Blanchard. Un recente rapporto della Banca dei regolamenti internazionali aveva sollevato l’allarme sui rischi eccessivi creati sui mercati finanziari da tassi d’interesse troppo bassi. Blanchard concorda che su alcuni mercati finanzari le valutazioni appaiono ‘forse ottimistiche’, ma non c’è rischio sistemico alla stabilità finanziaria e questo andrebbe combattuto con strumenti macroprudenziali più che con un rialzo dei tassi. Per il resto dei mercati emergenti (anche le stime di crescita di Brasile e Messico sono state nettamente ridotte), le incognite sono due: ribilanciamento delle economie attraverso le riforme e adattamento a condizioni internazionali che stanno cambiando con la rimozione dello stimolo monetario degli Usa, che comporterà il rimpatrio di parte dei capitali che oggi si indirizzano agli emergenti in cerca di rendimenti più alti. Le turbolenze del maggio 2013 potrebbero ripetersi”.