guardia di finanza

“Siamo di fronte a una drammatica escalation con i sequestri che hanno gia’ raggiunto nel 2014 il valore di circa mezzo miliardo nell’agricoltura e nell’alimentare, diventate aree prioritarie di investimento dalla criminalita’ organizzata, che ne comprende la strategicita’ in tempo di crisi perche’ del cibo, anche in tempi di difficolta’, nessuno potra’ fare a meno, ma soprattutto perche’ consente di infiltrare in modo capillare la societa’ civile e condizionare la via quotidiana delle imprese e delle persone”. E’ quanto ha denunciato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, che per contrastare questo fenomeno ha sostenuto la nascita in Italia della Fondazione “Osservatorio sulla criminalita’ nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli.

“Le organizzazioni criminali legate a mafia, camorra e ‘ndrangheta – sottolinea la Coldiretti – sono state tutte coinvolte nelle operazioni piu’ rilevanti dei primi due mesi del 2014. All’inizio dell’anno gli agenti della Dia di Caltanissetta hanno sequestrato beni per un valore di 45 milioni di euro di cui facevano parte 10 imprese, 25 fabbricati, terreni per un estensione complessiva di circa 150 ettari e numerosi conti correnti bancari, tutti riconducibili ad un imprenditore della provincia di Palermo, residente a Caltanissetta, ritenuto essere soggetto in contatto e interlocutore privilegiato di personaggi di spicco di Cosa nostra nei territori di Caltanissetta e Palermo. Una vera e propria holding nel settore della ristorazione si era insediata a Roma dove i Carabinieri hanno sequestrato 23 locali”.

“Immobili, aziende e numerosi rapporti finanziari per un valore di circa 250 milioni di euro – ricorda la Coldiretti – sono stati sequestrati dalla Dia a Palermo, in una complessa operazione che ha portato alla luce le rilevanti attivita’ economiche dell’organizzazione mafiosa facente capo al clan dei Galatolo, legate al mercato ortofrutticolo e al suo indotto”. “La tendenza in atto e’ destinata a far salire il volume d’affari complessivo della criminalita’ organizzata che, secondo il rapporto Agromafie Coldiretti/Eurispes, aveva raggiunto circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento record del 12 per cento rispetto a due anni fa, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perche’ la criminalita’ organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. Per questo le mafie – sottolinea la Coldiretti – hanno gia’ imposto il proprio controllo sulla produzione e la distribuzione di generi alimentari del tutto eterogenei tra loro. Controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, del caffe’, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e della verdura. Alcune stime valutano almeno 5.000 locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalita’ organizzata (bar, ristoranti, pizzerie), nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Questi esercizi non garantiscono solo profitti diretti, ma vengono utilizzati anche come copertura per riciclare denaro sporco”.