Di FAUSTA TESTAJ’

Da più di quart’anni la prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà e suo marito l’avv. Enzo, Presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, svolgono un lavoro di ricerca sui grandi letterati della loro amata Sicilia, l’ultima loro fatica è il libro di più di 3.000 pagine Edito dalla NAVE DI TESEO fondata da Elisabetta Sgarbi ed Umberto Eco dal titolo :” ERCOLE PATTI-TUTTE LE OPERE” presentato al T. Stabile di Catania nell’ambito delle iniziative culturali  collaterali che la Direttrice L. Sicignano offre in segno di un’apertura sempre più vasta del teatro verso il proprio pubblico.

Quest’ opera omnia non si basa solo sulla produzione letteraria del grande scrittore(6 romanzi e tredici racconti) ma ci racconta anche il Patti commediografo, giornalista, sceneggiatore, critico cinematografico e teatrale, inviato speciale in giro per il mondo, autore di testi radiofonici e di libri di viaggi. Il libro, bello anche graficamente grazie al suo valore iconografico, si basa  sui due grandi poli di Ercole Patti Catania e Roma, la Catania degli anni 30 città dove c’era il gusto dei libri che si vendevano non solo nelle librerie ma anche nelle bancarelle, città di intellettuali come V. Brancati, Carnazza, il latinista Francesco Guglielmino, lo storico Mazzarino (al quale è dedicata l’Aula Magna del Monastero dei Benedettini )che studiava la periferia dell’Impero Romano ed il rapporto centro-periferia del quale s’interessarono tutti i giovani letterati che si stavano formando a Catania e che poi si trasferirono a Roma.

Era anche una Catania difficile da vivere perchè più che degli scrittori era la città della Musica e di V. Bellini. A Roma Patti frequenta il gotha della cultura,della letteratura,  delle arti , come il Canova, Brancati, De Feo, Flaiano, Catarelli, Moravia,E. Morante,F. Fellini, i pittori più di rilievo di quei tempi, tempi della Dolce Vita dove si stava fino a tarda notte al Caffè Greco o alle terza saletta del caffè Aragno a scherzare appioppando soprannomi come quello della “Salma” dato a Patti per la sua capacità, quando vedeva film Tedeschi o Giapponesi che non gli piacevano di stare immobile a dormire senza farsene accorgere.

Si descrivono le coraggiose relazioni editoriali dello scrittore che negli anni 70 diede 20 milioni a V. Bompiani per passare alla Mondadori con la quale pubblicò: “Gli ospiti di quel Castello”anche se il suo romanzo più conosciuto è “Un bellissimo novembre”dal quale è stato tratto anche un film con la Regia di M. Bolognini interpretato da G. Lolobrigida e G. Ferzzetti ,romanzo che descrive il suo argomento preferito la campagna ed in genere tutti i riti ed i miti della Sicilia celebrati a Novembre.Molto descrittivo ed ironico(caratteristiche che contraddistiguono tutti gli scritti del letterato)il brano tratto dal Romanzo:”Giovannino”letto durante la presentazione dell’opera, dal bravissimo V. Pirrotta, sottile critica dell’alta borghesia Catanese dei primi del 900 votata all’amore per la roba di Verghiana memoria.Importantissimo nella vita di Patti,il cinema, come afferma Suso Cecchi D’Amico insieme ai suoi amici intellettuali quali Pirandello, Brancati partecipò a vari film come comparsa percependo 7.000 lire al giorno che in fondo facevano comodo ma soprattutto scrisse per il cinema ed ebbe una carriera di critico cinematografico per circa 30 anni dal 1940 al 1970 collaborando con 3 testate importanti come :” IL Popolo di Roma”, appartenente a G. Ciano il quale si serviva di collaborazioni con intellettuali non dichiaratamente fascisti  per crearsi una sorta di verginità culturale, dato che mirava a sostituire un domani il suocero B. Mussolini, poi scrisse per :”L’Europeo”e quando lo sostituì Moravia scrisse per”Il Tempo”.

In qualità di critico cinematografico frequentava il Festival di Cannes, di Venezia  ma quello al quale era più affezionato era il Festival di Taormina che all’epoca aveva la caratteristica di non mettere in competizione i film quindi gli attori ed i registi non dovendosi confrontare con nessuno non avevano il timore di parteciparvi e le pietre dell’incantevole Teatro Greco venivano calcate da stelle di livello Internazionale che in altri Festival non andavano ed è qui che incontra il meglio del cinema Italiano e straniero ma, come ci descrive l’altro brano letto da Pirrotta, non smette di guardare queste icone con l’occhio che gli è proprio, quello dell’ironia, smitizzando stelle come liz Taylor che descrive come una donnina, grassoccia e di bassa statura, con un vestitino corto e largo, quasi da donna incinta, dal quale uscivano 2 gambette fatte un poco a bottiglia foderate di calze a rete, un cappellino rotondo con le falde rivolte all’insù da cui sbucavano una lunga treccia finta che arrivava oltre le reni e le conferiva un aspetto di minuscola collegiale cinese,il volto lievitato di creme aveva un garbato accenno di doppio mento, tutto era concentrato negli occhi grandissimi ben sistemati in una cornice di  piccoli segni e sottolineature blue e fosforescenti come gioielli in uno scrigno di velluto. Descrisse Johan Crawford talmente nervosa prima di ricevere un premio dall’Alitalia da essere costretta a bere vodka(forse un pò troppo)  dimenticandosi una volta salita sul palcoscenico l’unica frase che si era fatta scrivere in Italiano:”Grazie”.Salva solo Ingrid Thulin dicendo che è appena sfiorita rimanendo come la madre di Agostino nel film di M. Bolognini e anzi ammettendo che in costume da bagno perde almeno 10 anni.

A Patti, stimato anche dai suoi amici intellettuali, come E. Montale che disse :” ha inventato l’uovo di Colombo, l’arte di farsi leggere grazie a quella sua facilità-difficile”gli si perdona tutto persino la descrizione crudele, seppur con dissacrante ironia, dei corpi femminili, sperando che non sia di nuovo dimenticato come lo era stato subito dopo la sua scomparsa, anche se, grazie alla NAVE DI TESEO, alll’immenso lavoro della  prof.ssa e dell’Avv. Zappulla Muscarà, ai suoi “Diari Siciliani”,alle sue opere teatrali tutte rielaborate in sceneggiature si fa e si farà di tutto perchè questo non accada più.