Da qualche settimana si fa serrato il dibattito su chi deve essere il candidato presidenziale del centrodestra alle prossime elezioni siciliane. Dopo la rispettabilissima candidatura di Nello Musumeci, Forza Italia con Gianfranco Miccichè, propone Angelino Alfano, l’attuale ministro degli esteri del Governo Gentiloni. Giustamente la Lega e Fratelli d’Italia non ci stanno, avanzando giuste motivazioni politiche. Mentre andrebbero fatte anche riflessioni etiche e valoriali come quelle che fa Alfredo Mantovano, l’ex sottosegretario agli interni, sul settimanale “Tempi” dell’8 agosto scorso. Riferendosi ai parlamentari di Alternativa Popolare (AP) di Alfano, ricorda che non è possibile che questa gente dopo aver approvato“il divorzio facile e il divorzio breve, la legge sul matrimonio same-sex, la droga leggera e accessibile a tutti, la fecondazione eterologa a carico del Servizio sanitario nazionale, tagli le risorse necessarie per la salute, ti disinteressi della persecuzione dei medici obiettori, non alzi un dito di fronte alla diffusione del gender nelle scuole, dai il tuo contributo perché in un ramo del Parlamento passi l’eutanasia, hai qualche ripensamento in prossimità del traguardo dello ius soli dopo averlo votato solo perché hai visto qualche sondaggio, col tuo voto favorisci fiscalmente le multinazionali e deprimi la famiglia, rinunci a governare l’emergenza immigrazione e ignori l’anoressia demografica che interessa la nazione di cui saresti una delle guide. Senza trascurare il sostegno attivo che hai dato a una riforma costituzionale – per fortuna abortita – che affievoliva la sussidiarietà. Di più, hai ignorato gli allarmi e le richieste di dissociarti da questo o da quel provvedimento provenienti da piazze affollate di famiglie non rappresentate da nessuno; anzi, le hai illuse e le hai prese in giro, salvo optare sempre per l’esatto contrario di quel che ti sollecitavano quei luoghi civili e responsabili di esercizio di democrazia”.
Ecco dopo che hai fatto questo in quattro anni di legislatura, adesso non puoi pretendere“come nel gioco dell’oca, torni al punto di partenza e riprendi posizione esattamente nel recinto dal quale hai preso le mosse nella primavera del 2013, come se nulla fosse stato”.(A. Mantovano, “Anni di disprezzo per i propri elettori non si recuperano con un’acrobazia”, 8.8.17, Tempi)
Dopo aver“disprezzato per quattro anni fasce importanti del tuo potenziale elettorato, non puoi pensare che ti riscatti con un’acrobazia all’ultimo (o al penultimo) giorno utile”. E questo secondo Mantovano,“Vale per il transfuga. Vale per chi lo accoglie, e anzi organizza i tour del rientro[…]”. L’esponente di Alleanza Cattolica poi precisa a proposito del popolo dei “Family Day”, e si chiede:“quanti dei partecipanti alle manifestazioni di piazza San Giovanni e del Circo Massimo sono pronti a sostenere un partito che riprenda nelle proprie fila personaggi col curriculum prima riassunto? Per avere la garanzia del rinnovato rinnegamento dei princìpi cari a quel popolo? Chi ha tradito così tante volte dà la certezza che alla prima utile continuerà a farlo. Idem se il rientro fosse non nel partito originario ma in una formazione messa su ad hoc per questi reduci non combattenti. Quale attrattiva ha una bad company?” (Ibidem)
Intanto Mantovano auspica che in questi ultimi mesi di legislatura ci si opponga veramente alle leggi ostili alla vita e alla famiglia, dando voce “all’Italia vera, come è stato fatto con successo in più d’una città alle ultime amministrative. Chi cerca, e magari ottiene, il riciclo dopo una parvenza di “differenziata” non per questo cessa di essere un rifiuto”.
Domenico Bonvegna