Il volume “Mezzogiorno in progress? Non siamo meridionalisti” promosso dall’Osservatorio di Economia e Finanza di Bari, e curato dagli economisti Antonio Corvino e Francesco Saverio Coppola, rispettivamente direttore generale e coordinatore del comitato scientifico dell’Osservatorio, edito dalla casa editrice Rubbettino è stato presentato presso il Parlamento Europeo alla presenza del presidente OBI On. Ing. Salvatore Matarrese, che ha coordinato i lavori, e dell’eurodeputato  Andrea Cozzolino (Presidente DMAG – Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb).

All’evento hanno partecipato importanti economisti e accademici che hanno redatto le varie parti del volume, quali il Prof. Andrea Boltho (Emeritus Fellow del Magdalen College di Oxford), la Prof.ssa Paola De Vivo (Università Federico II di Napoli), il Prof. Giovanni D’Orio (Università della Calabria), il Prof. Massimo Squillante (Pro Rettore dell’Università del Sannio) e il Prof. Pietro Busetta (Presidente ISSEST).

Nella seconda parte della presentazione è stata data voce ad alcuni imprenditori, l’ing. Luca Capobianco (Vectis), il Dott. Antonio Filograna (Leo Shoes) e il Dott. Luigi Snichelotto (Community Cooking Leader) protagonisti delle interviste del volume, che hanno raccontato la loro esperienza nel panorama meridionale, contraddistinto da non poche difficoltà nonostante le quali tali protagonisti sono riusciti con tenacia e determinazione ad affermare in panorami anche internazionali le loro realtà.

Si tratta di un’opera assai ampia che costituisce un mosaico del Mezzogiorno osservato nelle sue diverse sfaccettature.

Ad aprire i lavori l’On. Andrea Cozzolino che ha affermato come il volume costituisca un lavoro denso di studio e come esso contenga informazioni e stimoli che possono convogliare sempre più l’attenzione dei policy makers sui temi trattati, al fine di individuare politiche più efficaci per il Mezzogiorno. L’On. Cozzolino, colpito dal lavoro dell’Osservatorio, presenterà il volume alla Commissaria Europea alle Politiche di Coesione Elisa Ferreira.

Il Presidente OBI, Matarrese ha affermato quanto sia stato importante l’impegno degli autori nella costruzione del libro, dichiarando: “Portiamo in Europa il nostro contributo, i nostri approfondimenti tematici, le esperienze di imprenditori di successo al Sud per favorire l’oggettiva conoscenza delle problematiche e sollecitare soluzioni. Il Mezzogiorno può risollevarsi in una visione europea di coesione territoriale visto che ad oggi in ambito nazionale ha avuto poca attenzione. Ai cittadini meridionali l’impegno a non arrendersi mai”.

Il Dott. Florindo Rubbettino ha affermato che il volume vuole rappresentare un cantiere in progress dove attivare le giuste politiche, dai vari saggi si possono trarre forti stimoli abbandonando i cliché che si annidano sul Mezzogiorno. Divario e arretratezza non sono più i termini giusti per descrivere il Mezzogiorno, rispetto al quale vanno esaltate le eccellenze cercando di superare i divari con i territori più sviluppati.

Il Prof. Francesco Saverio Coppola, coordinatore della parte del volume sule interviste, ha affermato che “Lo sviluppo economico e sociale di un territorio presuppone il superamento di egoismi territoriali che sono la prima causa della decadenza delle nazioni; l’Italia ha bisogno di ritrovare l’unitarietà economica e sociale per competere nel mondo.”

Dopo l’apertura, la discussione tra i relatori è iniziata con l’intervento del Prof. Andrea Boltho, che ha posto l’accento sul forte divario presente tra Centro Nord e Mezzogiorno d’Italia confrontando la situazione italiana con quelle della Germania e della Spagna.

Si sono poi susseguiti gli interventi dei relatori-autori del volume. Tra cui, il Prof. Giovanni D’Orio dell’Università della Calabria che ha dichiarato come “la diffidenza, l’intolleranza e il crescente sovranismo devono essere affrontate attraverso la riduzione delle disuguaglianze di ogni tipo incontrate quotidianamente da cittadini europei. La lotta contro tali disparità, il mantenimento di condizioni di vita dignitose, e il rispetto dei diritti richiedono un’azione coordinata a più livelli, caratteristica della politica di coiesione che non deve servire solo per cogliere le opportunità connesse ai cambiamenti tecnologici o climatici, ma deve anche consentire agli enti locali e regionali di creare opportunità per i loro cittadini.”

Il Prof. Massimo Squillante ha invece dichiarato come “la ricerca è chiave di volta e punto di partenza per costruire interventi utili a colmare il gap tra Mezzogiorno e resto del Paese, nell’interesse, soprattutto, del Paese stesso. La ricerca e la formazione presentano già esempi di assoluta eccellenza, a fronte di finanziamenti inadeguati; bisogna lavorare ulteriormente sul trasferimento della conoscenza. Università , centri e infrastrutture di ricerca sono i presidi da cui ripartire. L’insediamento al Miur del prof. Gaetano Manfredi e le misure da lui prospettate fanno ben sperare in un decisivo cambio di approccio della politica su questi temi.

La Prof.ssa Paola De Vivo ha incentrato il suo intervento sulla questione sociale e il Mezzogiorno. In Italia le diseguaglianze territoriali e sociali sono ulteriormente aumentate con la crisi finanziaria del 2007. Una crisi che ha aggravato il dualismo all’interno del nostro Paese e che ha fatto esplodere la persistenza di una questione “sociale” dimenticata. L’attenzione rivolta, anche dalla politica di coesione, al rilancio del mercato e della competitività, senza tenere conto di come esso impatti sulle fasce più disagiate e vulnerabili, ha prodotto un doppio paradosso. Da un lato, l’economia meridionale stenta a crescere, nonostante i Fondi Strutturali, e dall’altro la mancata integrazione tra politiche per lo sviluppo e politiche sociali, ha finito per generare un effetto perverso, con le condizioni di vita delle popolazioni meridionali che peggiorano. In prospettiva, le politiche per lo sviluppo vanno ancorate al superamento della disoccupazione, della discriminazione di genere e della povertà, soprattutto minorile. Occorre dunque ripensare le finalità economiche rimettendo al centro i bisogni umani e sociali che devono soddisfare.

Segue l’intervento del Prof. Busetta, partendo dal tema dello spopolamento, ha delineato un quadro più generale della situazione meridionale italiana, così come affrontato nel saggio a sua cura, per parlare di Mezzogiorno bisogna partire dai ventuno milioni di abitanti e i sei milioni circa di occupati. Il rapporto 1 a 4 mostra quanto grandi debbano essere gli sforzi per superare questo gap. L’unica strada per consentire all’Italia di rimanere tra i grandi d’Europa è trovare vie alternative che consentano di evitare al Mezzogiorno lo spopolamento, l’abbandono delle campagne, e dei territori in generale.

A seguire tre esponenti meridionali, tra i protagonisti delle interviste del volume, hanno descritto la loro avventura di sopravvivenza prima e di crescita poi, nei rispettivi settori imprenditoriali: la formazione, il calzaturiero e il settore alimentare.

Il volume, afferma Matarrese “vuole essere uno stimolo e un richiamo per il Mezzogiorno. Economisti, sociologi, imprenditori, intellettuali e rappresentanti della società meridionale mettono a disposizione di quanti sono chiamati a decidere nelle sedi istituzionali elementi di riflessione e sollecitazione per una conoscenza più ampia e approfondita del Mezzogiorno, delle sue opportunità e delle sue prospettive.”

La speranza degli autori e dell’Osservatorio di Economia e Finanza è che questo lavoro, realizzato a più mani  possa travalicare i confini dell’impegno letterario per divenire uno strumento utile di conoscenza, di approfondimento e di coinvolgimento, in vista dell’auspicabile obiettivo per ogni italiano di dare al Mezzogiorno quella centralità che è indispensabile affinché diventi per il Paese una grande opportunità di sviluppo e crescita.