Dancer di Steven Cantor in uscita nei cinema d’Italia dal 5 febbraio con Wanted Cinema. Il documentario immortala la vita e il bad boy della danza Polunin, definito dal New York Times “il ballerino più dotato della sua generazione.

La pellicola segue attraverso interviste e filmati d’archivio la straordinaria storia del prodigio della danza divenuto a soli 19 anni il più giovane primo ballerino del Royal Ballet di Londra e considerato uno dei più geniali e controversi danzatori contemporanei“Il James Dean, il Bad Boy della danza”, come lo hanno battezzato i media inglesi in riferimento alla sua attrazione per gli eccessi autodistruttivi, emerge come un personaggio romantico e tormentato, che ha saputo rendere popolare il balletto classico grazie a un talento naturale, “aiutato” da un efficacissimo video virale, diretto da David LaChapelle, che lo vede esibirsi in una coreografia mozzafiato sulle note di “Take Me to Church” di Hozier.

Ribelle, iconoclasta, una vera e propria star, Sergei Polunin è uno dei tanti figli della povertà nell’Ucraina degli anni ‘90. Nel suo paese di origine “tutti erano poveri, nessuno aveva soldi. E quando tutti sono poveri, non senti le differenze”. Polunin è cresciuto in una famiglia che ha fatto grandi sacrifici per permettere a lui, giovanissimo e formidabile ballerino, di proseguire la sua formazione, con la speranza di un futuro migliore. Cantor svela questa parte della vita di Polunin attraverso gli innumerevoli home-video girati dalla madre, risorsa rarissima nell’epoca predigitale. L’accesso a questi materiali permette di tracciare il percorso intimo e artistico dell’artista, dalle prime piroette già all’età di otto anni al suo ingresso nella Royal Ballett Academy di Londra. E poi gli scandali, i tatuaggi, le droghe, gli abusi e, all’apice del successo, l’abbandono della prestigiosa accademia inglese per tornare trionfante sulle note trascinanti del video di LaChapelle.

Lo vediamo in camerino, il corpo tatuato, uno sguardo inquieto allo specchio. Ed eccolo volare sul palco, con uno dei suoi salti memorabili, tra il pubblico in delirio. Inizia così il film Dancer, a raccontare la straordinaria e tormentata carriera del ballerino, ma anche cattivo ragazzo per la sua insofferenza alle regole e alle costrizioni del balletto. E poi il peso di una famiglia povera, costretta ad emigrare per finanziare il suo precoce talento, la responsabilità di un riscatto che lo porterà invece verso l’autodistruzione: droga, alcol e quell’ossessione per i tatuaggi e ad imprimere sulla pelle la propria storia. A soli 19 anni il primo ballerino Royal Ballet di Londra che non esiterà a lasciare a 22 per tornare in patria. Poi, a 25, la decisione di smettere. Un addio struggente. Rabbiosa la danza sulle note di Take me to Church, nel video di LaChapelle, con oltre 20 milioni di visualizzazioni su web.