E’ appassionante, inquietante, di grande impatto emotivo, lo spettacolo Week End di Annibale Ruccello, con la regia di Luca De Bei, interpreti Margherita Di Rauso, Giulio Forges Davanzati, Lorenzo Grilli, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 9 aprile. Un cesello di solitudine e di delirio scolpiti ad arte come solo Ruccello, drammaturgo caro a tanti, ha saputo fare nella sua scrittura narrativa. Margherita Di Rauso nei panni di Ida, un’insegnante quarantenne claudicante, restituisce in modo magistrale tutta la crudezza del personaggio e della sua condizione in un fine settimana di assoluta alienazione.

Week End, testo bellissimo del 1983, è l’ultimo (assieme a Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer) della trilogia che Ruccello amava definire “Teatro da Camera”. Il fine settimana di Ida, originaria di un piccolo paese del napoletano, ma che abita nella periferia romana, sembra svolgersi apparentemente con una certa normalità. Nei due giorni Ida impartisce ripetizioni a un goffo studentello, accoglie in casa un giovane idraulico Narciso, interpretato da Giulio Forges Davanzati, che esibisce immediatamente tutta la sua fisicità di maschio. Calata nel personaggio con una efficacia inquietante, la Di Rauso interpreta con un ventaglio di sfumature la sua immagine allo specchio: ora ironica, ora solitaria, ora donna fatale che fuma incessantemente sigarette, beve alcool e ascolta canzoni francesi degli anni ’30. Insomma lei vive e crede di vivere da donna emancipata, assetata di esperienze sessuali liberatorie ed estreme con uomini della sua quotidianità. Appunto con l’idraulico e con il ragazzo svogliato e maleducato che viene a casa della donna per prendere delle ripetizioni d’italiano. La regia di Luca De Bei è nitida, costruita lavorando con efficacia sui personaggi che restituiscono agli spettatori i caratteri di irrequietezza e tormento interiore voluti dall’autore. Siamo insomma di fronte ad un noir misto di tragedia e commedia, sospeso in una dimensione onirico-surreale. Le figure femminili di Ruccello sono metafore del suo universo poetico e teatrale (come ne Le cinque rose di Jenniffer, in Notturno di donna con ospiti”, in Anna Cappelli) in cui le protagoniste sulla scena sono sempre caratterizzate da una solitudine estrema che è tragedia perché porta alla follia. Ida è una “esiliata”, trapiantata a Roma, emancipata rispetto al retroterra di provenienza ed in più ha un handicap fisico. Il suo è un mondo fatto di trasgressione, di sesso, e addirittura di violenza e morte. “Ciò che mi ha subito colpito in questa pièce – scrive il regista – è il senso dell’irreale calato in una dimensione quotidiana”. Ed è proprio questa sospensione tra il reale e l’immaginario che ci viene trasmessa con grande bravura dalla Di Rauso, in una dimensione doppia in cui appare difficile individuare la verità. Ida è una donna che non si accetta, che non ama ritornare nel luogo di origine, teme il giudizio degli altri, ossessionata dai ricordi di infanzia che descrive in modo ossessivo e delirante ed è la cifra stilistica della scrittura narrativa di Annibale Ruccello che traspare in tutta la sua interezza. Sono le donne, le mogli, a divorare gli uomini. Così Ida inveisce nel suo delirante monologo contro tutto ciò che è fuori di sé, nell’ambiente esterno ci sono le ragioni del suo profondo malessere.

Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Lucia Mariani, il disegno luci di Marco Laudando, la produzione è della Fondazione Teatro di Napoli Teatro Bellini.

Week End al Teatro Bellini è assolutamente imperdibile perché aggiunge un altro pezzo importante alla conoscenza della drammaturgia di Annibale Ruccello, autore che ancora una volta fa emergere la sua prematura scomparsa.

Diletta Capissi