Aiuti alle imprese. Alle famiglie. E, perfino, ai genitori divorziati in difficoltà. L’edizione, riveduta e corretta dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, del cosiddetto “decreto sostegni”, contiene non poche novità. Tutte in un’unica direzione: dare l’ennesima boccata d’ossigeno ad un Paese letteralmente stremato dopo più di un anno di pandemia e chiusure forzate. L’emendamento che viene incontro alle sofferenze, prima sentimentali e poi economiche, dei genitori divorziati, è forse la punta più avanzata della volontà dell’esecutivo di aiutare chi non arriva a fine mese. L’assegno per il coniuge potrà essere integrato con un bonus che può arrivare fino a 800 euro. Non è poco. Ci saranno anche sei mesi in più (da 18 a 24) per usufruire dei voucher viaggi concessi dalle Agenzie per compensare una mancata vacanza dovuta all’epidemia. In attesa, ovviamente, che il “green pass” concesso con la vaccinazione consenta a tutti di trascorrere le ferie anche all’estero.
Ma tirano un respiro di sollievo soprattutto le imprese alle quali è destinata la fetta maggiore del decreto-sostegni. Quelle che hanno avuto un calo del fatturato del 30% non pagheranno la prima rata dell’Imu. Salta anche la quota Irpef per gli affitti non riscossi. Mentre slitta al 30 settembre il termine per il pagamento dell’Irap: altri 5 mesi di tempo rispetto alla scadenza del 30 aprile. Insomma, il decreto non sarà la panacea di tutti i mali ma, sicuramente, assolve ad una funzione fondamentale: dare un aiuto concreto alle fasce di popolazione e ai settori che hanno pagato il prezzo più alto dell’epidemia.
Interventi sacrosanti, in nome della solidarietà e della tenuta sociale del Paese di fronte alla più grave crisi sanitaria degli ultimi 80 anni. Ora, però, che la campagna di vaccinazione sta marciando a pieno regime e che le dosi cominciano ad arrivare con regolarità, è arrivato il momento di guardare più avanti. Non limitarsi, cioè, a mettere sul tavolo solo gli assegni assistenziali per sostenere i redditi ma anche quelle risorse pubbliche (e private) in grado di rimettere in marcia il Paese e ricreare il milione di posti di lavoro bruciati sull’altare del Covid.
Per questo, oltre ai decreti-sostegni approvati dall’esecutivo (il secondo appena una settimana fa) è importante utilizzare i 200 e passa miliardi del Recovery Fund. Soldi contanti, che potrebbero cominciare ad arrivare già entro l’estate e che rappresentano per il Paese davvero l’ultima occasione per voltare pagina e lasciarsi alle spalle l’anno orribile del virus. Sarà questa la vera sfida del governo Draghi, che dovrà dimostrare sul campo di saper imprimere una svolta al Sistema-Italia garantendo quelle riforme e quegli interventi che il Paese aspetta da oltre venti anni. Come a dire: l’assistenza passa ma gli investimenti produttivi sono gli unici che possono ridare un futuro all’Italia.