Esplosioni all’aeroporto di Kabul. Più di una…il solito scenario: l’orrore dei morti, le sofferenze dei feriti. In tutto questo, sono stati colpiti anche i bambini. Cosa succede? Il terrorismo genera disperazione, desolazione e morte. Sembra che in Afghanistan, la decisione di Joe Biden di abbandonare il Paese entro il 31 agosto, sia diventata la scintilla del caos più drammatico. Attualmente, in quel Paese inizia ad esistere un governo dei talebani. Il ramo locale dell’Isis ha rivendicato le stragi a Kabul.
Gli afghani si sono concentrati all’aeroporto e intendono fuggire per rifarsi una vita nuova lontano da una realtà triste e oscura. In pratica, i talebani realizzano una rigida applicazione della sharia, la legge islamica, rifiutano le strutture democratiche; sono ammesse le esecuzioni pubbliche e le donne non hanno nessun diritto. Nelle ultime ore Joe Biden ha detto: “Sono fondamentalmente responsabile di tutto quello che è successo…ora siamo indignati oltre che con il cuore spezzato”. E dopo il presidente è scoppiato in lacrime.
Passerà alla storia questo presidente che ha dimostrato di cedere al dolore. Cedere al dolore è debolezza o senso di umanità? Nello scacchiere internazionale la debolezza non è opportuna per combattere il terrorismo e le sue conseguenze. Questo è nel parere dell’immaginario collettivo. Tutto può procedere e tutto può affondare. Truman Capote scriveva: “Tu non metti una volpe a sorvegliare i polli…”. Noi abbiamo il dovere di non lasciare soli gli afghani. Come? Si troverà la strada. Gli attentati non ci devono fermare.