Addio supplenti, modello tedesco per l’istruzione professionale, valutazione degli insegnanti in base al merito. E ancora: istituire scuole di specializzazione collegate a enti culturali, potenziare lo studio di storia dell’arte e musica, aprire a sponsor privati. Ecco le linee guida sulla scuola che venerdì saranno presentate in consiglio dei ministri. Le ha anticipate il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini parlando ieri al Meeting di Rimini. “Il 29 agosto sarà l’occasione per presentare la visione del nostro governo sui temi dell’istruzione e in particolare della scuola, a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi” ha spiegato.
SUPPLENTI – Secondo il ministro “quello delle supplenze è l’agente patogeno del sistema scolastico, un batterio che dobbiamo eliminare”. E ancora: “Il ricorso ai supplenti fa male a tutti: agli insegnanti agli studenti, alla scuola. Abbiamo bisogno di figure stabili, di ricondurre tutto a un sistema unitario”.
MERITO – “Sarà premiata l’attività positiva, anche con aumenti di stipendio, e penalizzato chi non fa il suo dovere. Non possiamo più attenerci solo a un criterio di anzianità”.
SCUOLA PUBBLICA/SCUOLA PRIVATA – Nel rapporto con le scuole paritarie occorre evitare le trappole ideologiche: “Il finanziamento alle paritarie è sempre stato preteso, concesso, negato, negoziato. Dobbiamo uscire dalla logica che ci siano gli amici delle famiglie contro gli amici dello Stato. L’uno affonda senza le altre e viceversa. Il rapporto con le paritarie si risolve insieme senza pregiudizi ideologici, che pesano più dei soldi”.
MODELLO TEDESCO – Va rivisto il rapporto tra istruzione professionale e lavoro secondo il modello tedesco “che funziona bene da trent’anni”. Il ministro pensa a stage professionali negli ultimi anni di media superiore, all’investimento delle imprese private nella scuola pubblica. “È un tabù – dice – ma una realtà in gran parte del mondo. Faccio anzi un appello agli imprenditori, anche medi e piccoli, perché intervengano nel finanziare, ad esempio, i laboratori. Abbiamo bisogno di strutture moderne, non di luoghi di antiquariato. I ragazzi devono uscire in grado di lavorare. Il capitale privato è benvenuto”.