Di Enrica Procaccini
Tutto vero. La notizia è rimbalzata sulla rete a notte fonda. Pino Daniele è morto, stroncato da un infarto. Se ne è andato il bluesman della Nuova Napoli, simbolo del riscatto del Sud. Stroncato . Il cantautore partenopeo, classe 1955, è stato l’inventore di un soud inconfondibile che unisce sonorità blues, rock, jazz e tradizione napoletana.
L’esordio è nel ’77 con l’album Terra Mia. Il brano “Napule è ” diventa il manifesto delle disillusioni e della speranza di una città. È ancor più la canzone “Je so’ pazzo”, di due anni dopo.
Una carriera di successi, scandita dalle collaborazioni con Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese, e dalla “intesa” artistica con l’amico Massimo Troisi. È’ la consacrazione del “Neapolitan power”.
Daniele avrebbe compiuto sessant’anni il 19 marzo. Fra i primi commenti quello del sindaco de Magistris: “E’ morto, ma la sua musica è eterna. Pino è Napoli, legame infinito e indistruttibile, come il suono e la voce della sua musica. Solo qualche giorno fa era con noi a Napoli. Ognuno di noi ha Pino dentro, la musica, le parole, il ritmo. Pino è immenso, è storia». Deciso il lutto cittadino.