Oggi la Camera approverà il testo Richetti, che ridisciplina i vitalizi degli ex parlamentari con il sistema contributivo. Con una larga maggioranza, che include Pd, MS (che rivendica: battaglia nostra), Lega Nord, Fratelli d’Italia, l’aula di Montecitorio ieri ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità e votato i primi tre articolo del testo. Eppure la giornata è stata lunghissima. In Transatlantico fin dalle prime ore del mattino seconde e terze linee del Pd mugugnano convinte che «sia un errore inseguire i grillini e cavalcare il populismo».

Lo stato di tensione massimo si raggiunge attorno all’ora di pranzo durante la riunione del gruppo parlamentare democrat. Nell’aula intitolata ad Enrico Berlinguer il Pd si divide nonostante il capogruppo Ettore Rosato cerchi in tutti i modi di tenere il punto e di convincere i deputati che la strada giusta sia votare a favore del provvedimento. «Discussione vivace», la definirà Rosato, ma forse non è la definizione giusta. I malumori si sprigionano per una convocazione decisa a ridosso, quando ormai ci sono pochi margini per cambiare il corso delle cose. Altri lamentano che mancano le pezze d’appoggio del servizio studi della Camera sulle ricadute della riforma. «Andava approvata dall’Ufficio di presidenza, non per legge». I pasdaran dell’opposizione interna prevalgono.

Intanto l’Inps fa sapere che oggi ci sono circa 2.600 vitalizi in pagamento per un costo di circa 193 milioni di euro all’anno. Cioè circa 74 mila euro all’anno a testa, reversibilità compresa. Si tratta però di una « sottostima», avverte Boeri, che non tiene conto di «eventuali anni di servizio presso il Parlamento europeo o i Consigli regionali. Inoltre non sono compresi gli assegni di fine mandato». Se non si cambiano le regole «la spesa per i vitalizi è destinata ad eccedere anche nel prossimo decennio di circa 150 milioni l’anno i contributi versati da deputati e senatori». Applicando invece, all’intera carriera, il ricalcolo col metodo contributivo in vigore per tutti i lavoratori dal 1996 in poi, «la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40%, scendendo a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro all’anno».