Ben oltre quarant’anni per abbattere il cosiddetto ecomostro incastonato nella stupenda Timpa di Acireale è veramente troppo – afferma il Portavoce Alfio Lisi – ma quello che sconvolge è che qualcuno ha voluto anche ‘festeggiare’ con tanto di foto invece di fare mea culpa perché a nostro avviso se tale ecomostro è ancora intatto dopo tanti anni qualcuno degli enti pubblici interessati avrà pure delle responsabilità! O no?

Ma come sanno tutti ad iniziare dagli organi istituzionali di abusi e di ecomostri , anche se questi meno visibili, sulla lunga costa catanese e della provincia ve ne sono tantissimi ma a quanto pare nessuno se ne accorge anche se da anni  Free Green Sicilia li segnala e li denuncia anche a mezzo stampa.

Partendo da Vaccarizzo fino ad arrivare alla plaia (Oasi del Simeto in primis) di opere  edilizie abusive insanabili ve ne sono a centinaia, tra villette e stabilimenti balneari,  ma restano lì a simbolo della atavica poca volontà delle istituzioni di voler riportare la legalità e la naturalizzazione in area dove vi è da sempre l’imposizione di legge di inedificabilità  assoluta.

Abusi che sono continuati indisturbati su tutto il litorale della provincia ed in zone di grande pregio naturalistico, turistico  e storico-mitologico come ad esempio la costa di  Acicastello e Acitrezza che peraltro si è sempre più assottigliata facendo espandere cemento e asfalto a danno della peculiare costa lavica  grazie all’ignoranza e all’arroganza di tanti amministratori comunali e regionali  di tutte le parti politiche.

Free Green Sicilia ha da anni più volte denunciato l’altro abusivo ecomostro orizzontale di cemento (lungo circa 150 metri  in altezza quanto un grattacielo, una sorta di lastra tombale sulla natura e sulla legalità)  di Acitrezza che viene utilizzato come piattaforma balneare privata (anche se si tratterebbe di un bene dello Stato in quanto confiscato per mafia ai precedenti gestori del lido) e  ricopre da decenni  l’intera costa adiacente il lido dei Ciclopi da anni , che nessuno di competenza  a quanto pare ha visto realizzare e, forse, continua a non  vedere anche in quanto chi avrebbe dovuto  intervenire, come è accaduto all’altro ecomostro della Timpa (ma questo ben visibile anche se abbattuto vergognosamente dopo solo 42 anni)  fino ad oggi non sarebbe stato toccato, per quello che  abbiamo potuto sapere e vedere, da alcuna indagine e/o intervento da parte delle autorità preposte  in cui riponiamo la dovuta fiducia.

Se i tempi di demolizione di un ecomostro in Sicilia sono quelli della Timpa di Acireale – afferma alfio lisi –  dovremmo aspettare ancora altri decenni affinchè la costa di Acitrezza,  possa essere liberata tra l’altro dall’ecomostro del lido dei Ciclopi e dagli abusi edilizi che stanno dentro tale lido che, peraltro, è insediato da sempre nel cuore  del giardino storico botanico, bene naturalistico unico, da decenni usurpato e trasfigurato ma riconosciuto come bene di interesse culturale dal  D.D.G. n°1677 del 20 giugno 2013  ( ai sensi dell’articolo 12 del D.lgs. 42/2004 ovvero del Codice dei Beni Culturali e paesaggistici paesaggistico, ma volutamente rimasto sconosciuto anche ai residenti) dunque protetto dalla normativa vigente come patrimonio pubblico, ma solo ‘teoricamente’  in quanto chi la dovrebbe fare rispettare non interviene per liberarlo dagli abusi e dunque dall’illegalità  con tutto che è , come abbiamo detto, da anni un bene inalienabile di proprietà dello Stato .

 

Alfio Lisi

Portavoce

Free Green Sicilia