Il 7 novembre 1860, Vittorio Emanuele II entra a Napoli. E’ l’ultimo atto di Garibaldi che prima consegna Napoli al nuovo re (che non è primo ma secondo marcando la continuità con il regno di Sardegna) e poi viene licenziato e mandato a Caprera. L’ingratitudine di casa Savoia per un risorgimento alimentato da falsi miti…
Garibaldi fu al fianco di Vittorio Emanuele quando fece il suo ingresso ufficiale a Napoli il 7 novembre 1860, come fu annunciato dal ministro dell’Interno al ministro di Grazia e Giustizia. Il generale accompagnò il re nel suo itinerario alla reggia ed al duomo. Nella appena ribattezzata piazza del Plebiscito vennero coperti i monumenti equestri di Ferdinando IV e Carlo di Borbone. L’8 novembre nella sala del trono di Palazzo Reale presentando i risultati del plebiscito Garibaldi proclamava Vittorio Emanuele re d’Italia. Cessava così la sua autorità, mentre gli veniva offerti titoli nobiliari, promozioni e doni che rifiutò. All’alba del 9 novembre 1860 Garibaldi la sciava Napoli per ritirarsi in solitudine a Caprera.