Subito dopo la cacciata delle truppe spagnole e la dichiarazione della repubblica, i napoletani cercarono di mettersi sotto la protezione della Francia e contattarono appunto Enrico II di Lorena, Duca di Guisa, per affidargli la guida di Napoli.
Il Duca di Guisa, che si trovava a Roma, allettato dalla promessa di una corona e dalla prospettiva di far ritornare il Regno di Napoli dopo due secoli nell’orbita francese, accettò e il 15 novembre 1647 sbarcò a Napoli per prendere la guida della repubblica.
Nella prima metà del XVII secolo il Vicereame di Napoli si trovava in una fortissima crisi economica, comune a tutta Europa ma aggravata a Napoli da un governo lontano dagli interessi locali e teso in quel momento solo a finanziare le guerre sempre più dispendiose in corso sul teatro europeo.
La conclusione della rivolta di Masaniello, seppur favorevole alle forze spagnole del viceré Don Rodrigo Ponce de León, che erano riuscite a ristabilire quasi del tutto l’ordine in città, aveva comunque lasciato un fortissimo malcontento e ulteriormente esasperato i problemi della popolazione.
La nuova rivolta esplose in seguito al cannoneggiamento della città da parte della flotta spagnola comandata da Don Giovanni d’Austria, venuto a sedare “gli ultimi” focolai di insorgenza. Ciò provocò una nuova sollevazione generale che non fu più, come al tempo di Masaniello, una generica rivolta dei lazzari contro i “potenti”, ma assunse, sotto la guida dell’armaiolo Gennaro Annese, un chiaro carattere antispagnolo.