Mohammed Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre, è stato rilasciato e ha fatto ritorno in Iran. Su di lui pendeva un mandato di arresto internazionale emesso dagli Stati Uniti per un presunto coinvolgimento in un attacco in Giordania, in cui morirono tre militari americani. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha firmato la richiesta di revoca della custodia cautelare, depositata poi presso la Corte d’Appello di Milano, che l’ha immediatamente ratificata.

La decisione è stata motivata principalmente dal fatto che uno dei reati contestati ad Abedini – riconducibile a una specifica legge federale statunitense (Ieepa) – non trova corrispondenza nell’ordinamento italiano. Inoltre, non sarebbero emersi elementi concreti a sostegno delle ulteriori accuse sull’ipotetico supporto al Corpo delle guardie della rivoluzione islamica.

La vicenda si è intrecciata con l’arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala, rilasciata nei giorni scorsi, ma il governo italiano ha sempre escluso collegamenti diretti tra i due casi. Il rilascio di Abedini – per il quale era prevista un’udienza il 15 gennaio – pone fine a settimane di tensione diplomatica, con il coinvolgimento di Italia, Stati Uniti e Iran, e vede la soddisfazione espressa dalle autorità di Teheran.